sabato 30 gennaio 2010

Lettera al direttore - PIANO CAVE PROVINCIALE DA REVISIONARE!



Riportiamo una lettera al direttore inviata anche al nostro comitato dal consigliere comunale di Rovato Angelo Bergomi e dal vicesindaco Eligio Costanzi.


Ribadiscono un concetto con cui siamo assolutamente in sintonia. Il piano cave provinciale va ridimensionato e la Bonfadina va cancellata. Buona lettura.



Egregio direttore,
vorremmo esprimere alcune riflessioni alla luce dei risultati di una recente indagine sullo spaventoso consumo del territorio avvenuto nell’ultimo decennio in provincia di Brescia. Il 14 Gennaio scorso il TAR di Brescia ha annullato l’autorizzazione all’escavazione per la Bonfadina, enorme cava di ghiaia e sabbia posta sul confine tra il nostro comune, Rovato, e, Cazzago S.M., in riferimento ai ricorsi di quest’ultimo. La sentenza fa il paio con quella, identica, dello scorso dicembre relativa ai nostri ricorsi rovatesi.Il TAR ha sancito come la Regione non potesse quadruplicare la Bonfadina passando dalla proposta provinciale di 400.000 mc a 1.600.000 mc senza interpellare i Comuni. Nel merito riteniamo gravissimo che si sia consentito alla ditta di iniziare l’escavazione a Agosto con un’autorizzazione ora annullata, sapendo benissimo che il TAR si sarebbe comunque espresso nell’arco di qualche mese in un senso o nell’altro. E ora chi ripristinerà il danno arrecato al nostro territorio dopo quattro mesi di frenetica attività, con file di bilici in ingresso/uscita dal bacino viste da tutti i cittadini?
Non è questo l’unico tema. Stiamo assistendo negli ultimi mesi a altre numerose sentenze del TAR di Brescia che stanno modificando sensibilmente l’abnorme Piano Cave Provinciale bresciano approvato nel 2005 dalla Regione. Oltre alle due sentenze sopracitate il TAR ha annullato anche l’allargamento al di là di una strada comunale della cava Macogna (ATE14) sempre a Cazzago S.M. e alle porte della frazione rovatese di Duomo: escavazione che avrebbe nei fatti costituito l’apertura di un nuovo bacino. A Ottobre è stato annullato lo spostamento operato dalla Regione di 200.000 metri cubi da una cava a Capo di Ponte (ATE1) consentendo l’apertura di un nuovo bacino, l’ATE57, in Comune di Losine. Troppo sfacciata, per il TAR, la violazione della legge regionale che impone di allargare bacini esistenti prima di aprirne di nuovi. A fine Dicembre, inoltre, il TAR ha ribadito che non è possibile cavare nelle vicinanze dell’aeroporto di Montichiari rigettando la richiesta di un cavatore che chiedeva un risarcimento di 630.000 € ogni 45 giorni di mancata attività, 14.000 euro al giorno! Ci piacerebbe sapere quanto dovrebbero allora chiedere i Comuni per i danni ambientali subiti da attività estrattive pluridecennali e se assisteremo a ricorsi della Regione contro queste sentenze del TAR favorevoli ai Comuni.
Ponendoci nel solco di una condivisibile tutela della Franciacorta ipotizzata dalla Provincia, tanto da suscitare le ire funeste della Regione che l’ha commissariata rispetto al Piano Provinciale Rifiuti, ci chiediamo se non sia arrivato il momento di prevedere una revisione del Piano Cave Provinciale, essendo giunti a metà della sua decennale durata.Sul caso della cava Bonfadina, per esempio, ci chiediamo se non sia opportuno preservare l’ultimo terreno rovatese a denominazione DOCG, chiudendo definitivamente questa vicenda che non giova a nessuno: i Comuni rigettano l’idea di aprire un enorme buco di 34 ettari confinante con dei vitigni e appetibile anche per future discariche, la ditta chiede di operare con sicurezza per il proprio futuro. Ad esempio, una revisione del piano potrebbe consentire abbastanza agevolmente una cancellazione definitiva del bacino della Bonfadina con redistribuzione dei suoi volumi su bacini già aperti: l’impatto sarebbe di gran lunga inferiore, in linea con gli indirizzi dati dal TAR e con quanto previsto anche nel Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. A livello più generale è assodato che i metri cubi di ghiaia assegnati nel 2005 sono eccessivi rispetto a un’edilizia bresciana molto rallentata e a milioni di metri cubi di inerti bresciani estratti per esigenze non bresciane. Il federalismo non vale per le cave? Tanto più ora che stanno avanzando concrete proposte di recupero di inerti al fine di ridurne l’estrazione.
Un ultimo passaggio sulla Regione Lombardia. Dal 2004 una cinquantina di Comuni, con Cazzago S.M. e Rovato capifila, hanno portato all’attenzione del presidente Formigoni una proposta di modifica della legge regionale cave (14/1998) che consenta ai Comuni di contare qualcosa nella pianificazione dei bacini estrattivi. Oggi, infatti, un cavatore proprietario di un’area agricola può vedersela convertita in escavabile da un voto regionale, aumentandone il valore economico di decine e decine di volte, anche se il Comune è contrario. La Regione (con in testa numerosi assessori e consiglieri regionali bresciani, alcuni ricandidatisi alle prossime elezioni regionali) aveva promesso da tempo il superamento dell’attuale legge. E’ passata un’intera legislatura ma non abbiamo visto la modifica di una virgola. Anzi! Abbiamo assistito allibiti a numerosi ricorsi della Regione Lombardia al TAR o al Consiglio di Stato contro i Comuni. Perché invece la Regione non si è costituita in giudizio con la medesima tempestività contro i ricorsi di numerosi cavatori? Ma come, si ricorre contro i Comuni e non contro i privati?Con queste premesse ci chiediamo se dovremo assistere anche a Rovato all’ennesimo avvilente ricorso della Regione Lombardia al Consiglio di Stato anche sulla cava Bonfadina. Non vogliamo però fare di tutta l’erba un fascio. Piuttosto speriamo che i segnali di discontinuità avanzati ultimamente dalla Provincia di Brescia rispetto a questa logica regionale si concretizzino davvero. Un buon inizio sarebbe ripristinare la Consulta provinciale per le attività estrattive che per 5 anni la giunta provinciale Cavalli non ha rinnovato: un organismo che con il contributo di esperti del settore, ordini professionali, Comuni, imprese di escavazione, agricoltori ecc potrebbe davvero aumentare la consapevolezza della necessità di revisionare il Piano Cave Provinciale di Brescia. Sarebbe una prima indicazione che le istituzioni sono tornate a fare pianificazione urbanistica e non hanno demandato, inconcepibilmente, questo compito ai cavatori.


Ing. Angelo Bergomi (Consigliere comunale di Rovato con delega alle attività estrattive)
Eligio Costanzi (Vicesindaco Rovato)

giovedì 28 gennaio 2010

Protesta contro discarica amianto

Il Comitato Spontaneo contro le Nocività di Brescia ha organizzato ieri un presidio di protesta contro la realizzazione della discarica d'amianto in via Brocchi.
La manifestazione si è tenuta nei pressi della sede della Profacta spa, in via Bose, proprietaria dell'area destinata alla discarica. Ricordiamo che la Profacta appartiene al Gruppo Faustini, un altro emblematico esempio di imprenditoria bresciana dell'industria dell'escavazione che prima lucra con la vendita di sabbia e ghiaia e poi trasforma le cave scavate in discariche.
Ricordiamo altresì che la stessa Profacta ha avanzato uno dei due progetti di discarica all'interno del bacino estrattivo della cava Macogna.

Di seguito il prospetto delle partecipazioni del gruppo Faustini come visibile dal sito istituzionale della società (www.gruppofaustini.it), in particolare si sottolinea il controllo diretto esecitato rispetto alla Profacta spa e alla Inertis srl entrambe attive nel mondo dello smaltimento rifiuti.

martedì 26 gennaio 2010

Parco Macogna



Proponiamo l'articolo apparso sul quotidiano Giornale di Brescia il 17/01/09 relativo alla conferenza stampa dei sindaci dei comuni interessati dal Parco Macogna.

lunedì 25 gennaio 2010

TAR - Bonfadina - Cazzago SM


Proponiamo l'articolo apparso sul quotidiano Giornale di Brescia il 17 Gennaio relativo ai pronunciamenti del TAR, favorevoli ai ricorsi del Comune di Cazzago SM, contro le escavazioni alla cava Bonfadina e alla cava Macogna.

mercoledì 20 gennaio 2010

Invito per presentazione VAS su PGT Rovato


L'assessore allo sviluppo urbanistico sostenibile R.Sette ha invitato il nostro comitato all''incontro pubblico di presentazione della Valutazione ambientale strategica del PGT del comune di Rovato, che si terrà

Giovedì 21 gennaio alle 20.30 presso la sala civica del Foro Boario.

martedì 19 gennaio 2010

Parco Macogna


Proponiamo l'articolo apparso sul quotidiano Bresciaoggi il 17/01/10.

domenica 17 gennaio 2010

TAR boccia la Bonfadina anche su Cazzago S.M.



Il TAR di Brescia, con delibera n. 00017/2010 del 14 Gennaio 2010, ha accolto il ricorso promosso dal Comune di Cazzago S.M. contro l'apertura dell'ATEg 09, cava Mercurio-Bonfadina, sul relativo territorio di competenza. La sentenza, così come era già avvenuto per l'analogo ricorso del Comune di Rovato (e di cui abbiamo riferito nel post del 3 Dicembre 2009) annulla gli atti impugnati con il ricorso e condanna la Regione Lombardia al pagamento delle spese del giudizio in favore del Comune di Cazzago S.M.
In pratica il TAR annulla la concessione di escavazione, e di conseguenza decreta lo spegnimento delle ruspe all'interno dell'ambito.
Tale provvedimento era in qualche modo scontato, visto il precedente pronunciamento sul ricorso del Comune di Rovato. Non mancano tuttavia i motivi di rammarico.
Il cavatore infatti, nonostante i ricorsi ancora aperti, ha provveduto ad iniziare i lavori di escavazione producendo un notevole "buco" (si vedano a testimonianza le immagini pubblicate negli scorsi posts). Lo sfregio apportato al territorio della Franciacorta risulta ora difficilmente sanabile, anche se i Comuni interessati potrebbero chiedere il ripristino ambientale.
Segnaliamo ai nostri lettori che l'escavazione è iniziata in una porzione di ambito ricompresa proprio nel Comune di Cazzago S.M.
Ricordiamo altresì che l'originaria bozza di piano d'escavazione promosso dalla Provincia di Brescia prevedeva l'interessamento del solo territorio del Comune di Rovato. L'estendimento del progetto al Comune di Cazzago S.M. avvenne solo successivamente, durante l'approvazione del piano cave di Brescia in Regione Lombardia.

sabato 16 gennaio 2010

Conferenza stampa sindaci Plis Macogna

Si è svolta stamattina nelle sale del comune di Travagliato una conferenza stampa dei sindaci coinvolti nel progetto Parco Macogna (Berlingo, Cazzago, Rovato, Travagliato).
L’incontro è servito per analizzare con gli organi di stampa i recenti aggiornamenti sul caso Macogna, "le buone notizie" pervenute negli ultimi giorni:

1. Il provvedimento della Provincia di Brescia (n. 4685 del 30/12/09) di approvazione del progetto di gestione produttiva dell’ATEg 14, cava Macogna-Bonardina. In particolare per tale procedimento autorizzativo la Provincia di Brescia ha escluso la possibilità di recupero tramite conferimento di rifiuti. I Comuni interessati dall’ambito dovranno ora procedere alla definizione della convenzione con le ditte cavatrici coinvolte nel progetto di escavazione.
2. Il provvedimento del TAR di Brescia, in seguito a un ricorso promosso dal comune di Cazzago S.M., che boccia l’ampliamento dell’ambito estrattivo a ovest della via Bonardina. Tale evento scongiura l'estendimento dell'ambito estrattivo a ovest, verso la frazione Duomo di Rovato.



La conferenza stampa si è conclusa con la firma congiunta da parte dei sindaci della convenzione per la costituzione dell’Ufficio comune per la gestione del parco locale di interesse sovra comunale della Macogna.

venerdì 15 gennaio 2010

2 nuove cave per Bergamo

Come riportato dal sito dell'Eco di Bergamo oggi

http://www.ecodibergamo.it/stories/Cronaca/111738_cave_a_caravaggio_e_casirate_si_riaccendono_le_polemiche/

la giunta Regionale ha deliberato la reintroduzione di 2 ambiti estrattivi, la cava di Caravaggio e la cava di Casirate, nel piano cave della Provincia di Bergamo.



"Cave a Caravaggio e Casirate: si riaccendono le polemiche
La cava di Caravaggio e la cava di Casirate sono stata reinserite nel piano cave della provincia di Bergamo. Lo ha deciso mercoledì 13 gennaio con due delibere la giunta
regionale. L’esecutivo dichiara di aver agito in
ottemperanza a quanto stabilito da due sentenze del Tar, che davano ragione
ad altrettante imprese edili private che, mesi prima, avevano
presentato ricorso contro lo stralcio sia del sito estrattivo
caravaggino che di quello casiratese deliberato dal consiglio
regionale nella primavera del 2008, considerandolo non
sufficientemente motivato.
La cava di Caravaggio avrebbe avente una potenzialità estrattiva iniziale di circa 3
milioni di metri cubi ma suscettibile di incremento, anche
notevole, fino a circa 6 milioni di metri cubi, individuato a sud
del territorio comunale, in località “Le Volte”, al confine con i
territori dei Comuni di Mozzanica, di Capralba e di Sergnano. I sindaci dei Comuni di Mozzanica e Capralba sono da sempre in prima linea sul
fronte del no alla cava.

Un altro fronte del no, formato da partiti politici, enti ed
associazioni, ha portato oltre 400 persone lo scorso 4
ottobre a Caravaggio per dare vita ad una fiaccolata contro la
cava ideata dal leader dell’UdC di Crema Martino Boschiroli.
In campo per il no anche le diocesi di Crema e di Cremona.

Sulla vicenda interviene il consigliere regionale del Pd Marcello Saponaro secondo il quale la pronuncia dell’assessore Ponzoni che ha deliberato di accogliere la sentenza del Tar che si pronuncia a favore dei cavatori “è un eccesso di zelo del tutto ingannevole in quanto il TAR non chiedeva alla Regione di reinserire gli ATE ma di motivare meglio in Consiglio Regionale le motivazioni dello stralcio.

Più volte ho chiesto a Formigoni di coinvolgere ARPA affinché producesse uno studio approfondito sull’impatto idrogeologico delle cave, il Presidente ha preferito dare ottemperanza, non al TAR ma alle richiede dei cavatori”.

“Il gesto è doppiamente scorretto – attacca il consigliere Saponaro – se si considera che Formigoni non ci ha pensato due volte a impugnare, invece, un’altra sentenza del Tar, quella favorevole agli ambientalisti (WWF, Italia Nostra) che avevano chiesto di stralciare le cave di Pianico, Carobbio degli Angeli, Torre Pallavicina, Boltiere, Antegnate, Ardesio e Onore".
"

mercoledì 13 gennaio 2010

4 cave di prestito per la TAV in Provincia di Bergamo

Come visibile sul blog di Marcello Saponaro, consigliere PD in Regione Lombardia,
sembrerebbero essere spuntate 4 cave di prestito in provincia di Bergamo per la realizzazione della TAV.

Si veda all'indirizzo:
http://marcellosaponaro.it/home/altre_notizie/nuove-cave-per-servire-la-tav-interrogazione-di-saponaro-e-benigni-allassessore-ponzoni


"Nuove cave per servire la Tav, interrogazione di Saponaro e Benigni all'Assessore Ponzoni
12/01/2010

Altre quattro cave di prestito, a Mozzanica, Covo, Antegnate e Fornovo, per servire la Tav e per le opere accessorie. Le amministrazioni locali dei comuni sopra citati hanno ricevuto da parte del consorzio Cepav2 lo studio di impatto ambientale preliminare che precede la richiesta di autorizzazione dei nuovi poli estrattivi. I consiglieri regionali del Pd Marcello Saponaro e Giuseppe Benigni hanno oggi depositato un’interrogazione all’assessore all’ambiente Ponzoni per avere chiarimenti in merito ai nuovi ambiti estrattivi spuntati a sorpresa.

“La cosa assurda – attacca Saponaro – è che dopo otto anni per l’approvazione del piano cave della provincia di Bergamo ci troviamo oggi con quattro nuovi possibili sfregi al territorio. Ci chiediamo a questo punto a cosa serva un piano cave che, tra l’altro, già prevede volumi per le grandi opere se pochi mesi dopo la sua approvazione si chiedono altre cave, a questo punto fuori da qualunque logica di pianificazione, per soddisfare i fabbisogni delle stesse grandi opere”.

“Ancora una volta - aggiunge Benigni - si evidenzia la necessità di rivedere completamente la legge che regola i Piani cave e che colpevolmente il centrodestra ha rimandato sine die. Per quanto riguarda i quattro nuovi poli, attraverso l’interrogazione chiediamo conto all’assessore all’ambiente Ponzoni del perché queste cave non siano state previste già in sede di discussione del Piano cave, quando era già chiaro che la Tav e la Brebemi sarebbero state realizzate”.

Gli ambientalisti sono, assieme agli amministratori locali, sul piede di guerra: “Non si capisce – dice Arturo Giudicati, presidente del circolo della bassa bergamasca di Legambiente - con quale logica si possa anche solo prendere in considerazione come sito di escavazione un territorio ad alto rischio idrogeologico e la cui fragilità è evidente. Tra l’altro si tratta di comuni a pochi chilometri dall’appena ripristinata cava di Caravaggio”.

lunedì 11 gennaio 2010

Articolo su Bresciapoint.it


Nuovo articolo per la cava Mercurio-Bonfadina e per il nostro comitato sul portale web bresciano Bresciapoint.
Il nuovo articolo è disponibile al seguente indirizzo:

http://www.bresciapoint.it/ambiente/298-no-cava-nei-comuni-di-rovato-e-cazzago.html

Bresciapoint è un blog che tratta varie tematiche, tra le quali quella ambientale, relative al territorio bresciano. Non è la prima volta la questione della nostra cava trova spazio tra le sue pagine.
Segnaliamo che Bresciapoint è on-line con una nuova ed accattivante grafica.

martedì 5 gennaio 2010

Attività estrattiva in Provincia di Brescia: aggiornamenti

Ancora ricca la rassegna stampa riguardante il mondo delle cave in provincia di Brescia.
Come riferisce il Bresciaoggi del 02/01/10 il comune di Cortefranca avrebbe trovato l’accordo con la ditta Vela per le 2 cave di argilla situate tra Timoline e Borgonato, nel cuore della Franciacorta. Per il bacino più piccolo (circa 30 mila metri quadri) l’attività estrattiva continua.
Per il bacino più grande (circa 70 mila metri quadri), ormai esaurito, è previsto il recupero ambientale. Ancora una volta dietro la parola di facciata del “recupero ambientale” di una cava si cela una nuova discarica. Stavolta il riempimento dovrebbe essere realizzato attraverso l’utilizzo di terre e rocce da scavo. L’accordo con il privato frutterà al Comune di Cortefranca la bellezza di 215.500 € sotto forma di opere pubbliche.
Con sentenza del 28 Dicembre 2009 il TAR di Brescia ha respinto il ricorso (e le relative richieste di risarcimento danni) delle ditte cavatrici Cave di Ghedi srl (Ghedi) e Vezzola (Montichiari), che avevano presentato istanza conto la Provincia di Brescia per l’annullamento al diritto di escavazioni nei lotti limitrofi all’aeroporto G.D’annunzio di Montichiari. Quindi non si caverà fino a quando la Regione Lombardia licenzierà il piano d’area dell’aeroporto.