La stampa locale riporta in questi giorni la nuova presa di posizione di Daniela Grandi, presidente del settore industrie estrattive di AIB (Associazione Industriale Bresciana).
Queste le parole della Grandi: "Senza pianificazione, per le aziende è impossibile fare investimenti e portare avanti il proprio business. Il piano cave è scaduto da un anno e mezzo. Per elaborarne uno nuovo in maniera rigorosa servono 3 anni. Eppure l'iter non è ancora partito. Anzi, in un momento difficile per il settore la Provincia latita."
Ancora una volta è stato inoltre prospettato il ricatto occupazionale, visto che la Grandi afferma che "prima di parlare di quantitativi bisogna avviare un confronto che tenga conto delle esigenze del territorio, sia in termini di fabbisogno territoriale, sia in termini di capacità imprenditoriale e tutela dei posti di lavoro."
Il Giornale di Brescia, nell'articolo di ieri 21 Giugno, rileva numeri impietosi rispetto alla crisi che attanaglia il settore. Il giornale indica 150 imprese oggi ancora attive, con 750 addetti, mentre nel 2007 erano 187, con 1089 addetti.
Sull'equazione "cava = discarica" Daniela Grandi afferma che Brescia non è la terra dei fuochi, visti i controlli effettuati nel nostro territorio e che ci sono "bellissimi recuperi ambientali" (noi non ne ricordiamo nemmeno uno). Conclude poi ricordano il mezzo miliardo di euro sborsato dagli imprenditori negli ultimi dieci anni a beneficio degli enti locali, soldi non reinvestiti in riqualificazioni ambientali.
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