venerdì 2 dicembre 2016

Daniela Grandi ancora Presidente del settore industrie estrattive AIB

Il magazine online bsnews.it riporta la notizia della conferma di Daniela Grandi alla Presidenza del settore industrie estrattive, materiale da costruzione, legno di AIB (Associazione Industriale Bresciana).
http://www.bsnews.it/notizia/47576/30-11-2016-Daniela-Grandi-confermata-alla-Presidenza-del-Settore-Industrie-estrattive-Aib-
Il nuovo incarico durerà fino al 2020.
Al contempo è stato rinnovato anche il Consiglio di Settore. Di seguito l'elenco dei consiglieri eletti:
Corrado Gatti (Gruppo Gatti), in qualità di vicepresidente, Roberta Alberti (Terreni & Coa), Massimo Bettoni (Bettoni), Tommaso Brognoli (Recover), Davide Carli (Consorzio Cavatori Marmo Bacino della Valle di Nuvolera), Cesare Facchetti (Sole Immomec), Ombretta Gatti (Cave Gatti), Enrica Lorandi (Consorzio Cavatori Marmo Bacino della Valle di Nuvolera), Valentina Mascarini (Mascarini), Massimo Mombelli (Esse Emme), Oscar Moreni (Moreni Raffaele & C.), Massimo Panni (Panni), Enrico Portesi (Eredi Ventura Andrea), Alessandro Romano (Dolomite Franchi), Gianmario Scalvini (P.G.S. Asfalti), Cristina Vezzola (Vezzola).

Ricordiamo che Massimo Bettoni è il rappresentante legale della Bettoni spa, azienda che gestisce l'attività estrattiva della cava Mercurio-Bonfadina.

domenica 20 novembre 2016

foto cava da google.maps

La funzione di google.maps regala la visione satellitare del bacino estrattivo della cava Mercurio-Bonfadina.
Dalle immagine è possibile farsi un'idea di quanto sia stato cavato, nonché degli impianti installati per la lavorazione del materiale.

Immagini da www.google.it/maps






venerdì 28 ottobre 2016

studenti in visita alle cave bresciane - iniziativa AIB

Come riferisce l'edizione on line del "Giornale di Brescia" oggi 28 Ottobre, per la prima volta, l'Associazione Industriale Bresciana ha aperto i cancelli delle cave bresciane a 480 studenti delle scuole superiori.
Oltre alla Bettoni a Castegnato, si sono prestate all'iniziativa anche Vezzola a Lonato del Garda, Dolomite Franchi a Marone, Ediqualttro a Borgosatollo, Cave Ventura a Virle Treponti, Euro Mas a Nuvolera, Lombarda Marmi e Fassa Bortolo a Botticino.
Si legge che la giornata è stata ideata "con l'obiettivo di far conoscere ai giovani i processi produttivi in cava, le caratteristiche dei materiali naturali estratti e le loro numerose applicazioni".
Aggiungeremmo anche la connotazione di abile iniziativa di marketing per la valorizzazione del comparto, guarda caso proprio nel momento in cui risulta avviato l'iter in Provincia per la predisposizione del piano cave per l'assegnazione dei volumi estrattivi.

(foto da giornaledibrescia.it)

sabato 1 ottobre 2016

Resoconto Consiglio Provinciale

Di seguito i punti salienti emersi dalla discussione in Consiglio Provinciale rispetto al piano cave:

 1. il volume di cavato rispetto al vecchio piano (2005-2015, poi prolungato fino al 25 gennaio 2018) corrisponde ad oggi a meno del 50% rispetto alle concessioni rilasciate. In particolare in riferimento a sabbia e ghiaia risultano cavati 31,9 mln di metri cubi, sui 70,1 autorizzati.

 2. nell'ultimo anno e mezzo il volume di cavato a livello provinciale si è ridotto a 1,7 mln di metri cubi.

 2. si contano 6 aziende fallite tra quelle autorizzate all'attività estrattiva con il vecchio piano.

 3. il consigliere con delega all'ambiente Gianbattista Groli (è anche sindaco di Castenedolo) ha presentato le linee d'indirizzo sulle quali si fonderà la redazione del prossimo piano cave provinciale. Le stesse si basano sulle norme regionali in materia di salvaguardia del territorio.

 4. in linea di principio il nuovo piano dovrebbe autorizzare all'escavazione i 17 mln di metri cubi che residuano dal vecchio piano (infatti del vecchio piano 46,35 mln sono già stati autorizzati e 7,16 sono in fase di autorizzazione. Ma nelle linee di indirizzo approvate in consiglio provinciale viene però richiamata anche la disponibilità delle riserve residue già individuate nel vecchio piano.

 5. Verrà istituita apposita commissione a supporto della redazione del nuovo piano provinciale.


lunedì 26 settembre 2016

Consiglio provinciale: indirizzi per piano cave

A questo indirizzo è possibile visionare l'ordine del giorno del Consiglio Provinciale di Brescia, convocato per domani 27 Settembre alle 17:00 a Palazzo Broletto.

http://consiglionline.provincia.brescia.it/extranet/files/2181/Ordine-del-giorno_27_SET.pdf

Segnaliamo al punto 6 "Indirizzi per la redazione della proposta del nuovo Piano Provinciale delle Cave – Periodo 2018- 2028."



mercoledì 27 luglio 2016

4 indagati per cava Inferno a Ghedi

Ancora una storia di ordinario inquinamento nelle cave bresciane.
Le indagini condotte dal Corpo Forestale dello Stato, nell'ambito di un'indagine coordinata dalla Procura di Brescia, hanno riguardato la similargilla utilizzata per il "recupero" di alcune cave bresciane.
In particolare si tratta della cava Inferno a Ghedi, per la quale era in corso l'approntamento per la trasformazione in discarica di rifiuti inerti, e una cava a Rezzato, ambito estrattivo dismesso e per il quale era prevista la rinaturalizzazione a terreno agricolo.
4 le persone indagate con l'accusa di gestione non autorizzata di rifiuti. Le contestazioni riguardano il fatto che la similargilla, materiale prodotto attraverso il recupero di rifiuti non pericolo con l'aggiunta di argilla naturale, risulterebbe inquinato da idrocarburi e metalli pesanti.

mercoledì 22 giugno 2016

Daniela Grandi (AIB) ancora sul Piano Cave: senza pianificazione impossibile investire da parte delle aziende

La stampa locale riporta in questi giorni la nuova presa di posizione di Daniela Grandi, presidente del settore industrie estrattive di AIB (Associazione Industriale Bresciana).
Queste le parole della Grandi: "Senza pianificazione, per le aziende è impossibile fare investimenti e portare avanti il proprio business. Il piano cave è scaduto da un anno e mezzo. Per elaborarne uno nuovo in maniera rigorosa servono 3 anni. Eppure l'iter non è ancora partito. Anzi, in un momento difficile per il settore la Provincia latita."
Ancora una volta è stato inoltre prospettato il ricatto occupazionale, visto che la Grandi afferma che "prima di parlare di quantitativi bisogna avviare un confronto che tenga conto delle esigenze del territorio, sia in termini di fabbisogno territoriale, sia in termini di capacità imprenditoriale e tutela dei posti di lavoro."
Il Giornale di Brescia, nell'articolo di ieri 21 Giugno, rileva numeri impietosi rispetto alla crisi che attanaglia il settore. Il giornale indica 150 imprese oggi ancora attive, con 750 addetti, mentre nel 2007 erano 187, con 1089 addetti.
Sull'equazione "cava = discarica" Daniela Grandi afferma che Brescia non è la terra dei fuochi, visti i controlli effettuati nel nostro territorio e che ci sono "bellissimi recuperi ambientali" (noi non ne ricordiamo nemmeno uno). Conclude poi ricordano il mezzo miliardo di euro sborsato dagli imprenditori negli ultimi dieci anni a beneficio degli enti locali, soldi non reinvestiti in riqualificazioni ambientali.


lunedì 20 giugno 2016

Crolla export bresciano dell’estrazione di minerali da cave e miniere

Il Centro Studi AIB (Associazione Industriale Bresciana) ha elaborato i dati Istat relativi al primo trimestre 2016.
A questo indirizzo la nota di dettaglio emessa.
http://www.aib.bs.it/Allegati/2016/wdm_doc_allegati_59638_allegati.pdf

Risultano in flessione le esportazioni bresciane (-3,2%) a causa della minore domanda dei Paesi Emergenti.

Tra i settori con maggiore contrazione viene indicato il comparto dell'estrazione di minerali da cave e miniere, con un -61,6%.

Il prezioso oro grigio bresciano (sabbia e ghiaia) non solo finisce per buona parte fuori Provincia, ma addirittura fuori dell'Italia, come abbiamo denunciato più volte.


martedì 26 aprile 2016

il PD organizza un dibattito pubblico sul piano cave della Provincia di Brescia

Domani 27 Aprile il Partito Democratico ha organizzato un dibattito pubblico dal tema "Piano cave 2004-2014: scaduto e superato, che fare?”.
L'incontro è previsto per domani alle 20.30 presso la sala civica di via Sabbioneta a San Polo Vecchio.
Partecipano all'incontro: Gianbattista Groli (sindaco Castenedolo e consigliere area vasta), Gianantonio Girelli (consigliere regionale), Angelo Bergomi (responsabile Ambiente Pd), Giorgio Gallina (assessore a Rezzato) e Fabio Capra (capogruppo Pd in Loggia).

giovedì 7 aprile 2016

cava Macogna: il TAR boccia il ricorso contro la discarica

Nella sua riunione odierna il TAR di Brescia ha bocciato il ricorso proposto dai comuni di Berlingo, Cazzago San Martino, Rovato e Travagliato, che si prefiggeva di cancellare la realizzazione di una discarica di inerti non pericolosi all'interno del bacino estrattivo della Macogna.
La ditta DRR, che aveva conseguito parere favorevole con VIA dalla Regione Lombardia e l'autorizzazione alla discarica dalla Provincia di Brescia nel 2013, può quindi riprendere i conferimenti di rifiuti.


venerdì 25 marzo 2016

Nuova campagna di rilevazione alla Bonfadina

Nuova campagna di rilevazione presso la cava Mercurio-Bonfadina, a meno di 4 mesi dall'ultima effettuata.
Non ci risulta che i dati di tali rilevazioni siano consultabili dai cittadini.
Ci piacerebbe, però, sapere se ci sono motivazioni che hanno spinto verso l'intensificazione di tali controlli, con la relativa concentrazione nei mesi freddi dell'anno.




domenica 13 marzo 2016

Ancora AIB: "no all'adeguamento dell'IMU per le cave"

Dopo il comunicato stampa dei giorni scorsi, AIB (associazione Industriale Bresciana), per voce del Presidente delle attività estrattive Daniela Grandi, si schiera contro l'adeguamento dell'IMU per le cave.
In quasi tutti i comuni della Provincia di Brescia, infatti, all'atto dell'avvio delle attività di escavazione non viene registrata la variazione catastale nel Pubblico registro, comportando, in conseguenza, la continuazione della corresponsione del tributo IMU secondo l'aliquota dei semplici terreni agricoli.
Come segnalato nel recente articolo dell'edizione bresciana del Corriere della Sera, però, l'Agenzia delle Entrate ha inviato richiesta ai Comuni affinché gli ambiti estrattivi vengano classificati nella categoria catastale D (categoria alla quale afferiscono opifici, capannoni, ma anche i parchi fotovoltaici installati su terreno). Ciò naturalmente comporterebbe l'adeguamento dell'aliquota in relazione al pagamento del tributo IMU.
Queste le parole della Grandi in relazione alla richiesta delle Agenzia delle Entrate di accatastamento in categoria D delle cave: "Diversi operatori hanno fatto ricorso perché la legge non prevede questa categoria. Prima devono riformare il catasto. Servono norme uguali per tutti, mentre qui ci troviamo di fronte ad un classico pasticcio all'italiana."


giovedì 10 marzo 2016

Piano cave, la Provincia di Brescia non vuole nuovi siti estrattivi

Come riferito nell'articolo dell'edizione bresciana del Corriere della Sera,
(a questo indirizzo internet l'articolo completo
http://brescia.corriere.it/notizie/cronaca/16_marzo_09/piano-cave-no-ad-altri-siti-estrattivi-industriali-contro-l-imu-58172084-e5c9-11e5-91a4-48cd9cc4cb64.shtml)
la Provincia di Brescia dice no all'individuazione nel nuovo piano cave (2017/2027) di nuovi siti estrattivi.
Come abbiamo già riferito in passati post, quello precedente è scaduto nel 2005, era stato approvato con oltre 70 milioni di m3 ma ad oggi è stata estratta sabbia e ghiaia per circa la metà della volumetria autorizzata.
La Provincia di Brescia nei mesi scorsi ha già provveduto a prorogare il termine di validità del vecchio piano fino al 2017, in modo da avere il tempo tecnico per redigere quello nuovo.
L'intento della Provincia è quello di confermare le volumetrie già oggetto di concessione e ad oggi non ancora sfruttate, oltre che di autorizzare l'escavazione di una parte delle riserve già individuate nel vecchio piano. L'obiettivo è di privilegiare i bacini estrattivi esistenti, senza crearne di nuovi.
Queste le parole di Gianbattista Broli, Consigliere provinciale delegato all'Ambiente:
"Quel che escludiamo sin da ora è l’apertura di nuovi ambiti estrattivi, l’abbiamo già detto anche agli imprenditori. Il piano precedente era assolutamente abnorme e, complice la crisi degli ultimi anni, si è scavato circa la metà dei volumi concessi. Stiamo raccogliendo tutti i dati per verificare le esatte volumetrie rimaste. Oltre alle volumetrie già autorizzate ma ancora non utilizzate, potremo andare ad attingere ad una parte delle riserve, ma dobbiamo capire dove."
Nel frattempo è previsto per il prossimo 17 Marzo l'incontro tra gli esponenti della Provincia di Brescia e i delegati dell'Associazione Industriale Bresciana.

mercoledì 9 marzo 2016

Risposta PD al comunicato ABI

A stretto giro di posta si è registrata la risposta della Federazione provinciale del PD, Dipartimento Ambiente, al comunicato ABI di cui abbiamo riferito ieri in merito ai mancati recuperi ambientali degli ambiti estrattivi della Provincia di Brescia.
Di seguito il comunicato integrale diffuso dal PD:

"Abbiamo letto con estrema attenzione il comunicato stampa esteso dall’AIB circa la non completa applicazione della normativa vigente in tema di recuperi ambientali in cui “…si invitano gli enti locali ad investire i proventi derivanti dagli oneri versati dagli imprenditori del settore cave, attività estrattive e discariche preferibilmente in opere di riqualificazione ambientale del territorio….”.
L’AIB, sottolineando come nell’ultimo decennio siano state versate risorse per oltre mezzo miliardo di euro, indica di non aver avuto evidenza di un reinvestimento in termini di riqualificazione ambientale. Il comunicato si conclude con un accenno alla disponibilità degli imprenditori “..disposti a versare purchè la loro attività possa continuare nel tempo..”, vedi ad esempio attraverso “..il nuovo Piano Cave Provinciale…” (i virgolettati sono tratti dal comunicato stampa di AIB). Di Comuni che nel tempo abbiano fatto cassa con gli oneri di escavazione non destinandoli prioritariamente ai recuperi ambientali ce ne sono sicuramente stati. D’altro canto ce ne sono moltissimi altri che avrebbero preferito evitare di avere sul proprio territorio cave e discariche. Così come avrebbero rinunciato volentieri sia a onerosi ricorsi con spesso di fronte le istituzioni autorizzatrici, sia ai comportamenti non proprio edificanti di alcuni operatori (fortunatamente non tutti), protagonisti di escavazioni e ritombamenti abusivi mai recuperati perché nel frattempo le ragioni sociali sono fallite. Riteniamo che sarebbe arrivato il momento non solo di far applicare completamente la normativa vigente in tema di recuperi ambientali, ma di riformarla.
A tal proposito non si contano più le proposte di modifica della Legge Regionale 14/1998 depositate in Regione Lombardia. La prima, di iniziativa popolare avanzata dalle allora giunte di centrosinistra di Rovato, Cazzago S.M., Ghedi, Montirone e Rezzato, risale all’ormai lontanissimo 2004. La proposta è stata poi aggiornata più e più volte dal gruppo consigliare del PD regionale ma mai è arrivata al voto in aula. In queste proposte si sottolineava l’ipotesi di un ritorno a proprietà pubblica del fondo cava recuperato e la necessità di certezze nei recuperi ambientali per esempio condizionando l’autorizzazione all’escavazione di un lotto solo dopo aver visto completato il recupero ambientale del lotto precedente.
Non ci inventiamo nulla, in Emilia-Romagna già è così. Sarebbe auspicabile anche un maggiore rispetto della pianificazione di settore: se nel piano cave è previsto un recupero ambientale “…a verde pubblico attrezzato e/o a uso naturalistico ricreativo…” come sono spiegabili le numerose domande di discarica insistenti su tali bacini estrattivi? Inutile poi chiedersi perché nell’immaginario bresciano troppo spesso “cava” corrisponda a “discarica”. A proposito di aspetti fiscali, ci chiediamo anche come sia possibile nel 2016 che molte cave bresciane in esercizio non siano accatastate correttamente e, di conseguenza, siano soggette in tantissimi Comuni ad aliquota IMU agricola. Eppure nel loro perimetro si svolge attività che con la coltivazione di foraggi o granoturco nulla ha a che fare. Questa illogicità da noi più volte sollevata è stata oggetto di pareri ufficiali dell’Agenzia delle Entrate. In base ad essi, finalmente, alcuni sindaci hanno deciso di muoversi per ripristinare un’equità fiscale doverosa nei confronti anche di tutti quegli altri imprenditori che pagano aliquote adeguate alle attività che svolgono. La continuità aziendale che AIB richiede per i propri associati del settore è certamente condivisibile, ma non può e non deve passare da una totale assenza di pianificazione. Auspichiamo che il prossimo piano cave provinciale (settore ghiaia e sabbia) sia realizzato dalla Provincia sulla base di una quantificazione oggettiva del fabbisogno di inerti provinciale. Cosa che non è stata fatta, ad esempio, con il piano 2005-2015 appena scaduto. Esso ha infatti autorizzato un volume di inerti di circa 70 milioni di metri cubi quando il fabbisogno bresciano (pre-crisi dell’edilizia) non superava i 40 milioni di metri cubi. Riteniamo che ci siano le condizioni perché il sistema Brescia sia in grado di prendere decisioni sostenibili a livello ambientale.
Lo si è visto anche recentemente con la cancellazione delle cave di prestito previste per la TAV dove la Provincia ha svolto appieno il proprio ruolo di coordinamento facendo dialogare gli enti locali con le rappresentanze imprenditoriali. Noi crediamo che la politica debba riappropriarsi del proprio ruolo decisionale cercando un equilibrio ove, però, l’interesse del particolare non debba prevalere sul generale. Avanziamo una proposta suffragata peraltro da un obbligo di legge: perché non ripristinare la Consulta per le Attività estrattive di cava non più istituita a Brescia dal lontano 2004? Quella potrebbe essere la sede più opportuna dove far dialogare i diversi interessi, sapendo che il piano cave uscente vede una percentuale di volumi non escavati notevolissima e che consiglierebbe estrema cautela nel prendere decisioni su nuovi volumi. In un Paese come l’Italia dove il consumo di suolo è uno degli scandali che tutti denunciano, ma contro cui pochissimi agiscono.

Dipartimento Ambiente Federazione PD Brescia"

martedì 8 marzo 2016

Comunicato AIB (associazione industriale bresciana) sui recuperi ambientali delle cave

Come riportato anche dal quotidiano locale on line BSNEWS.IT,
http://www.bsnews.it/notizia/45066
l'Associazione Industriale Bresciana ha emesso lo scorso 12 Febbraio un comunicato per prendere posizione rispetto al tema dei recuperi ambientali delle cave a fine estrazione.
L'Associazione non risparmia critiche nei confronti degli Enti Pubblici.

In particolare, in riferimento alla bocciatura da parte della Regione della cava Castella, ha dichiarato come sia determinante che trovi piena applicazione quella parte della normativa vigente in cui si invitano gli enti locali ad investire i proventi derivanti dagli oneri versati dagli imprenditori del settore cave, attività estrattive e discariche preferibilmente in opere di riqualificazione ambientale del territorio.

Altresì è stato ricordato che negli ultimi dieci anni gli imprenditori bresciani del settore hanno versato nelle casse pubbliche oltre mezzo miliardo di euro di cui non si ha evidenza di un reinvestimento in termini di riqualificazione ambientale. Parliamo di cifre importanti, che gli imprenditori sono disposti a versare purché la loro attività possa continuare nel tempo. Parliamo, ad esempio, del nuovo Piano Cave e della sua importanza per garantire continuità a tutte le aziende del settore.

Il comunicato prosegue ancora con toni poco accomodanti, gli imprenditori del settore si sono sempre attenuti alle normative, concordando con gli enti locali oneri molto superiori a quelli previsti dalle leggi quadro in materia. Un rapporto trasparente, testimoniato anche dagli innumerevoli controlli effettuati dagli enti preposti sia dal punto di vista fiscale, sia dal punto di vista legale, sia dal punto di vista tecnico-ambientale.
L'ampiezza delle risorse a disposizione permette di riqualificare in maniera esemplare le aree degradate ed è importante che anche i cittadini ne siano pienamente consapevoli ed orientino gli enti locali ad investire tali risorse efficacemente e in modo lungimirante. 

Secondo AIB, quindi la colpa è di Comuni, Provincia e Regione che, nonostante i soldi introitati dalle attività estrattive, non procedono con la riqualificazione ambientale dei siti produttivi.
Dal nostro punto di vista, ci limitiamo ad osservare che in tutta la provincia di Brescia gli esempi di recupero ambientale di siti estrattivi esauriti si contano sulle dita di una mano. Quasi tutte le cave non in acqua, infatti, sono state trasformate in discarica, e tale riconversione è avvenuta in molti casi da parte degli stessi gruppi imprenditoriali ai quali faceva capo l'originaria attività estrattiva.
Un fenomeno tutto bresciano di doppio lucro, attraverso il quale si assicura profitto allo stesso soggetto prima per estrarre sabbia e ghiaia e poi permettendogli di riempire di rifiuti il buco fatto.




domenica 24 gennaio 2016

17 condanne per finanziamenti illeciti a "amici del PDL" (Nicoli Cristiani)

Come riportato da diversi organi di stampa, anche a livello nazionale, sono stati condannati in primo grado 17 imprenditori delle Province di Brescia e Bergamo per finanziamenti illeciti all'associazione "amici del PDL". In tutto i "contributi" versati ammonterebbero a 666 mila euro e sono stati raccolti tra il 2009 e il 2011.
Tale disponibilità economica è andata a beneficio dell'allora vicepresidente bresciano della Regione Lombardia, Franco Nicoli Cristiani, a sua volta, come abbiamo già più volte avuto modo di raccontare, condannato a 2 anni per corruzione (grazie a patteggiamento) per la tangente alla discarica di amianto di Cappella Cantone (CR).
Tra i nomi dei condannati sono riscontrabili imprenditori dell'acciaio, immobiliaristi, dello smaltimento rifiuti e naturalmente cavatori.
Tra i nomi bresciani, compaiono:
 - STEFANO VEZZOLA, cave di Ghedi srl - 20 mila euro,
 - DANIELA GRANDI, Gruppo Gabeca (Montichiari) - 10 mila euro,
 - GIOVANNI BONACINA, Progeco Ambiente (Berzo Inferiore) - 10 mila euro,
 - ANTONIO AMATO, Rmb spa (Polpenazze), smaltisce le ceneri dell'inceneritore di Acerra (NA) - 5 mila euro,
 - VIRGILIO BIDASIO, Vi.bi elettrorecuperi, si occupa dello smaltimento di rifiuti elettrici - 3 mila euro.