martedì 27 maggio 2008

Bresciaoggi 27 maggio 2008




























Vi proponiamo oggi un preoccupante articolo comparso sull'edizione odierna del quotidiano Bresciaoggi.
Segnaliamo che tra le richieste di discariche attivate, e come dice l'assessore Provinciale Mattinzoli "la più probabile", quella della ditta Bettoni a Travagliato.

martedì 20 maggio 2008

L'assessore Mattinzoli vuol farci vedere la luna nel pozzo!

















Pubblichiamo la risposta dell'Assessore priovinciale con competenza alle attività estrattive dott. Enrico Mattinzoli all'interrogazione ufficiale inoltrata da alcuni consiglieri provinciali di minoranza in merito al perchè la Provincia decida di ricorrere al Consiglio di Stato contro l'ordinanza di sospensiva che il TAR di Brescia ha imposto sull'ATEg09 della Bonfadina per la mancata Valutazione di Impatto Ambientale. Preghiamo i cittadini di leggere questa risposta dell'Assessore Mattinzoli: è allucinante.

Il tentativo di dribblare con tecnicismi la vera sostanza della domanda è davvero inaccettabile: il caro assessore deve capire che un tribunale ha dato una valutazione dei fatti e ha concluso che interpretare la sommatoria delle aree dell'ambito in maniera tale da rimanere sotto la soglia dei 20 ettari per non dover effettuare la V.I.A. è cosa irregolare proprio perchè sconfessa il principio fondante della normativa. Ritagliare l'ambito in tanti sottoambiti ciascuno inferiore ai 20 ettari per eludere le prescrizioni normative è inconcepibile perchè la V.I.A. serve appunto per capire se un ambito estrattivo può essere compatibile e con che prescrizioni con l'ambiente circostante in cui è stato collocato.

Il dato di fatto è che a fronte di una sospensiva imposta dal TAR prima la Provincia e poi la Regione (lamentando quest'ultima addirittura i danni che i comuni starebbero arrecando al privato!!!) ricorrono contro i comuni stessi.

Una sola parola: basta! Siamo schifati da tutto questo. E lotteremo come abbiamo fatto fino ad ora per l'affermazione della rigorosa applicazione delle normative. Il D.P.R. 12.04.96 impone l'obbligatorietà della V.I.A. per ambiti estrattivi oltre i 20 ettari e la Bonfadina è di 35.1 ettari!

venerdì 16 maggio 2008

Piano cave Bergamo


A suon di proteste la Regione Lombardia ridimensiona il piano cave della Provincia di Bergamo. E in Provincia di Brescia invece? Provincia e Regione ricorrono contro un'ordinanza di sospensiva che ha dato ragione ai comuni di Rovato e Cazzago S.M..
Siamo sempre più sconcertati.

lunedì 12 maggio 2008

Corriere della sera 10 Maggio 2008




Inseriamo oggi un articolo apparso sulla stampa nazionale relativo al piano cave della Provincia di Bergamo, in corso di approvazione. Tra gli i contrari a questo piano ci sono anche le Diocesi di Cremona e Crema.

venerdì 9 maggio 2008

Bresciaoggi del 27 Novembre 2005

Siamo riusciti a recuperare un latro articolo apparso sul quotidiano locale Bresciaoggi il 27 Novembre 2005. Ve lo proponiamo a maggior testimonianza degli avvenimenti che si sono susseguiti nell'iter autorizzativo dell'escavazione.


Cava Bonfadina : nulla di fatto

Domenica 27 Novembre 2005

Nulla di fatto dalla conferenza di servizi sulla cava Bonfadina, il Broletto vuole prendere tempo. Si discute lo studio sul traffico indotto chiesto dal fronte del no
Un nulla di fatto e l’apertura di un nuovo fronte polemico, per la mancata ammissione all’incontro del presidente del Comitato anti cava. Non sono stati esattamente brillanti i risultati della conferenza dei servizi sulla «Bonfadina». Il faccia a faccia organizzato dalla Provincia si è svolto venerdì, e doveva esaminare i problemi (in particolare l’incremento del traffico) che deriverebbero dall’apertura della cava sui territori di Rovato e Cazzago. Ma si è concluso con un rinvio e, dicevamo, con un incidente diplomatico: Angelo Bergomi è rimasto fuori dalla porta. Così Giuseppe Foresti, sindaco di Cazzago, nel confermare la contrarietà all’operazione della sua amministrazione e di quella rovatese, ha potuto solo agitare lo spauracchio del già minacciato ricorso al Tar. «Con Rovato abbiamo chiesto di esaminare in un contraddittorio i dati dello studio sulla viabilità di Bergomi e quelli della ditta che aprirebbe lo scavo - ha poi aggiunto -: la Provincia ha accolto la richiesta, ma non abbiamo anche invitato gli amministratori del Broletto a valutare che effetti potrà avere la nuova rotonda proposta sulla strada del Lodetto». L’incidente diplomatico? Lo stop imposto al Comitato anti cava di Rovato, che voleva partecipare alla riunione con un rappresentante (nella veste di uditore), non è piaciuto. «Non riusciamo a capire le regole di forma che sono state accampate - ha commentato Angelo Bergomi - per impedire le presenza di esterni, dato che a conferenze analoghe, come per l’inceneritore di Rovato, Legambiente aveva potuto assistere con un proprio legale». Il comitato ha comunque raggiunto un risultato importante: come spiegato ancora dal sindaco di Cazzago, Provincia e cavatore hanno dovuto prendere in considerazione lo studio redatto; «uno studio del traffico assolutamente tecnico - ha precisato Bergomi - con monitoraggi del traffico attuale e realistiche stime dei flussi futuri; il tutto basato sul monitoraggio delle attività estrattive gestite dalla medesima ditta a Castegnato». E il rinvio? «La Provincia si è riservata il tempo necessario per approfondire lo studio e per fare le necessarie valutazioni; anche se ci risulta che il cavatore abbia voluto puntualizzare il suo risentimento perchè, con questa operazione, lo stesso comitato aveva voluto mettere in dubbio la professionalità dei professionisti da lui pagati per redigere uno studio sulla viabilità della zona». Per finire, Bergomi annuncia anche eventuali iniziative legali per ottenere la valutazione di impatto ambientale: «La superficie estrattiva della Bonfadina è di 43 ettari, e siamo quindi molto al di là del limite di 20 ettari al di sopra del quale la procedura "via" diventa obbligatoria». g.c.c.

giovedì 8 maggio 2008

Giornale di Brescia Aprile 2004

Riportiamo un articolo datato, ma che comunque fa capire come il piano cave approvato per la Provincia di Brescia non fosse piaciuto nemmeno a molti degli stessi cavatori.


aprile 2004 - "Il Giornale di Brescia" - Economia e Finanza
Il Piano cave non piace ai cavatori storici. Gabana allineato con AIB

Brescia - Il Piano cave non piace ai cavatori storici: non piacciono gli allargamenti e non piacciono neppure i nuovi poli estrattivi non programmati. A pronunciarsi è Marcello Gabana, ex presidente in Aib degli imprenditori dell'industria estrattiva ed edile, ora in consiglio di settore dopo due mandati al vertice, che è intervenuto ieri a margine della presentazione del bilancio Bai di cui è consigliere.Marcello Gabana dice che dopo aver partecipato alla stesura della legge regionale che regolamenta le attività di cava e dopo la revisione del documento elaborato, il piano è stato stravolto e che a questo punto sarebbe meglio attendere la conclusione della scadenza elettorale e, a bocce ferme, riaprire la discussione e giungere ad una soluzione diversa.Gli industriali sostanzialmente avevano sollecitato una revisione chiedendo un censimento delle aree disponibili, invitando ad andare a vedere quali fossero le necessità delle aziende operanti nel settore, a definire i volumi massimi di escavazione e ad andare a creare le assegnazioni "affidando i quantitativi da scavare - dice Gabana - a chi li utilizza realmente".Gabana porta i numeri del piano: assegnazione di 68 milioni di metri cubi "ma - dice - dei quali se ne cavano solamente 40 e questo già dice che qualcosa non funziona, che c'è chi chiede, ma o non cava o non riesce a cavare per ragioni diverse. Si tratta insomma - aggiunge Gabana - di tener conto delle aziende esistenti, di ricollocare chi ha finito la disponibilità delle aree e di controllare che le cave siano sfruttate fino in fondo".Il piano era stato licenziato dalla Provincia, era quindi passato in Regione per gli emendamenti ed ora è in attesa di tornare in consiglio "ma - aggiunge Marcello Gabana - con l'effetto che tutti sono contro tutti, i piccoli Comuni in opposizione alla Regione, gli imprenditori scontenti, le decisioni della Provincia riviste".Il problema interessa a Brescia 54 poli estrattivi che cavano 50 milioni di metri cubi. Un metro cubo di ghiaia costa tra 12 e 15 euro. (c.f.)

mercoledì 7 maggio 2008

Consiglio comunale Rovato 11 Febbraio 2004

Abbiamo già riferito in un precedente post della netta affermazione di contrarietà da parte del consigliere Fogliata nel consiglio del 28 Aprile verso l'apertura di nuove cave e discariche sul territorio di Rovato.

A tal proposito ci sembra opportuno ricordare le diverse parole espresse dal gruppo di Forza Italia di Rovato nel consiglio comunale dell'11 Febbraio 2004. L'argomento di discussione all'ordine del giorno era la votazione di una mozione di contrarietà all'autorizzazione dell'escavazione nel territorio di Rovato dell ATE9.
Riportiamo gli interventi del compianto consigliere Bellini e del dottor Gussago, entrambi del gruppo consigliare di Forza Italia.


Dalla seduta consigliare del comune di Rovato dell'11 Febbraio 2004:

Consigliere Bellini: “Allora, quello che andrò a leggere è la posizione ufficiale di Forza Italia: il pronunciamento amletico cava sì cava no, nella località Bonfadina, anche se non vincolante, doveva essere espresso dalla Giunta Comunale come ha fatto con le osservazioni al riguardo, la questione portata in Consiglio Comunale sicuramente viene ad avere una risonanza diversa, ed obbliga gli schieramenti politici ad assumere in merito una posizione palese.
Noi come gruppo di Forza Italia, all’opposizione in questo Consiglio, non siamo preconcettualmente o aprioristicamente contrari alla cava, ipocritamente come sta succedendo, chiamati a decidere, la presunzione ci porterebbe a chiedere che vicino alle nostre case non ci possa essere altro che boschi, parchi o giardini, desiderio di pura utopia, nel contesto in cui vive la nostra società, dove il benessere, l’economia e la ricchezza vengono prodotte esclusivamente dal lavoro nella nostra terra, ed il lavoro ha le sue esigenze.
Rispettare il territorio è un dovere di civiltà, ma è altrettanto doveroso rispettare il lavoro, perché senza le sue evoluzioni e trasformazioni saremmo ancora all’età della pietra; trovare degli equilibri che possano soddisfare tutte le esigenze, è cosa quasi impossibile, a parere nostro, e comunque assodato che quando si è obbligati a prendere una qualsiasi decisione, si finisce sempre per accontentare qualcuno e scontentarne altri, ma questa è una risultanza fisiologica.
Tornando ad una ipotetica cava in località Bonfadina, il proprietario di un’area essendo cavatore, formula precise richieste a due diverse amministrazioni Provinciali; la prima politicamente a noi lontana, approva in linea di massima il progetto, che è sostanzialmente e dimensionalmente come quello prospettato oggi dalla Regione, ma non riesce a portare a termine l’iter per mancanza di tempo, o quant’altro.
Insediata la Seconda amministrazione Provinciale, a noi vicina, porta a termine il Piano cave provinciali entro i termini previsti, la cubatura estrattiva dell’atte zero 9 che è l’ambito che ci riguarda, è stata ridotta a 400.000 metri cubi, molto meno della metà del progetto iniziale, motivo della riduzione perché il Comune di Cazzago San Martino, avendo prodotto delle osservazioni in tempo utile, accettate dalla Provincia, ha stralciato la parte di ambito estrattivo di Cazzago.
Per quanto riguarda Rovato, la precedente amministrazione non produsse nessuna osservazione in tempo utile, ecco perché rimane l’ambito su Rovato; fermo restando la valenza di tutto questo, in quanto è prassi che per quanto riguarda la materia cave la decisione è sovra Comunale, quindi i Comuni possono esprimere solo un parere, la Provincia propone un Piano di indirizzo, ma è la Regione che legittimamente decide che cosa fare.
Nell’assemblea pubblica del 5 febbraio, a Foro Boario, organizzata dal Comitato anti cava, è stato detto con realismo da due esponenti politicamente a noi lontani, che è pura ipocrisia pensare che sia economicamente vantaggioso realizzare una cava di soli 400.000 metri cubi, ed è altrettanto ipocrita che in quella sede ha detto di volersi adoperare perché la quantità estrattiva rimanga questa, se cava deve essere, il progetto Regionale è più idoneo, e a supporto di questa ipotesi produciamo un’integrazione tecnica che spiega come deve essere concepito un ambito estrattivo.
È opportuno soffermarsi a considerare che l’apertura di un nuovo ambito estrattivo, al fine di poter essere considerato un intervento sostenibile, per il territorio deve avere la potenzialità per produrre i risultati per i quali la risorsa estrattiva è stata individuata, ovvero, i costi di installazione degli impianti devono essere proporzionali al ricavo derivante dell’escavazione del materiale, nonché devono anche provvedere a garantire le risorse economiche adeguate all’esecuzione di un recupero del territorio.
Sarebbe pertanto contrario al principio del corretto sfruttamento del giacimento e della salvaguardia dell’ambiente, la previsione di una nuova area estrattiva, con limitata risorsa estraibile, estraibili; questo ragionamento a noi sembra sensato, facendo poi di necessità virtù, bisognerà pensare poi come gestire l’ambito dal lato economico, dal lato dell’impatto ambientale, e dal lato del recupero territoriale, queste sono le priorità reali, che dovranno essere affrontate dall’amministrazione.
Nella parte finale del verbale di deliberazione della Giunta Comunale del 12/01/2004, si dice: informiamo la Commissione Regionale che è ferma intenzione del Comune di Rovato adottare ogni iniziativa giudiziaria e politica per contrastare l’atte 09, se questo è riferito alla Regione è legittimo, fosse anche riferito al privato dopo il nulla osta, avremmo anche delle perplessità.
L’equazione cava discarica, la tutela dell’ambiente, il rispetto del territorio, l’inquinamento, che mondo mai lasceremo ai nostri figli, sono questioni fondamentali che vanno affrontate senza ipocrisia e senza dogmi, è sbagliato pensare che in questa questione noi si voglia distruggere il territorio, e voi come San Giorgio contro il drago, vogliate salvare, in democrazia le scelte di chi legittimamente governa, dovrebbero quanto meno essere rispettate, se non condivise.
La Franciacorta Rovato, capitale della Franciacorta: trent’anni fa nessuno utilizzava questi termini, fermo restando nei secoli antichi la storia della Franciacorta e della sua capitale Rovato, ma tutto cadde nell’oblio e il prestigio finì, non so dirvi quanto e non so dir perché, quello che so è che nei favolosi anni Sessanta, due pionieri locali crearono il famoso spumante della Franciacorta, fu un successo che diede una svolta fondamentale a tutta l’economia della zona, a nord della Statale 11 c’era poco più che miseria, allora non c’era irrigazione e l’economia era prevalentemente agricola, sulle ali dell’entusiasmo, anche economico, tracciato dai due signori, arrivarono poi investitori, imprenditori, e industriali, che investirono in vini e cantine, industrie e strutture varie, e centri commerciali, creando lavoro, ricchezza e facendo della Franciacorta la bella realtà di oggi, che non è la conseguenza logica di questi tutori ad oltranza del non toccare niente, della conservazione a tutti i costi, della contrarietà agli investimenti produttivi, ma della trasformazione e dell’imprenditorialità, usando buon senso e buon gusto.
Oggi in Franciacorta convivono realtà economiche diverse, seppur con i dovuto distinguo, come cantine, vigneti, centri commerciali, discariche, termo generatori, discoteche, agriturismo, e nessuno di noi rinuncia al proprio benessere, che trae direttamente o no da queste realtà, se non con l’ipocrisia, sapendo che anche gli uomini non sono così cattivi come politicamente a volte si è costretti a dipingerli, noi aspetteremo la decisione Regionale in merito alla cava, senza paventare orizzonti funesti o sciagure immani, sicuri che i nostri figli vivranno in un futuro migliore, come noi stiamo vivendo in un discreto presente, come i nostri nonni vissero un duro passato.
Crediamo altresì nell’intelligenza dell’uomo, e confidiamo che nelle generazioni future, e scusate l’ironia, ma siamo serenamente convinti che il mondo attuale essendo in salute, in barba ai gufi catastrofisti, vivrà ancora per i prossimi millenni, vi ringrazio per l’attenzione.”

Consigliere Gussago Giuseppe: “A margine della risoluzione che verrà decisa, e speriamo sia univoca, dalle minoranze Consiliari, non è cosa oziosa portare all’attenzione del Consiglio Comunale alcune considerazioni, che supportano non solo tale soluzione, ma che vanno anche al di là di esse, e comunque ad esse si possono ritenere collegate.
Senza la pretesa di fare l’avvocato d’ufficio di nessuno, non si può innanzitutto non rilevare come l’attuale amministrazione Provinciale sia stata esposta ingiustamente al pubblico ludibrio da una campagna scandalistica, che l’ha dipinta come animata da insani desideri di bucherellare il territorio Provinciale, con una moltitudine di cave di sabbia, che si trasformerebbero col tempo inevitabilmente in discariche di materiale pericolosi, si dice.
Questa impostazione è tutta preoccupata non solo di fare dello strumentalismo in vista di importanti scadenze elettorali, ma anche di santificare se stessa, come se coloro che ne sono stati artefici non avessero mai avuto in mano la responsabilità di gestire, di indirizzare, di condizionare enormi interessi pubblici e privati, quali e quali esistenti a Brescia, in Provincia di Brescia.
Proprio la vecchia Giunta di Centro Sinistra di (parola non udibile) avrebbe scelto proprio la nostra zona per aprire una grossa cava estrattiva, di coda la Giunta Provinciale successiva, di Centro Destra, ha poi scelto di ridurre la metro cubatura di estrazione; come è noto, la Regione Lombardia, è di altro parere, ma questo è un fatto ordinario, di dialettica istituzionale, in una Regione dove ricordiamo che non esistono cinghie ideologiche di trasmissione, e dove non esistono uomini migliori di tutti gli altri, come si voleva fare credere in un tempo passato.
Alla fine la Regione Lombardia non ha fatto altro, se vogliamo andare a guardare bene, non ha fatto altro che appiattirsi sull’indirizzo che la Giunta Lepidi aveva preso, e che la Giunta stessa Lepidi non ha mai avuto il tempo di realizzare, in quanto aveva nel frattempo perso le elezioni.
È davvero curioso che gruppi che sorgevano nella Giunta Lepidi ora si siano scoperti grandi nemici delle cave, tanto da imbastire una crociata su tutto il territorio Provinciale, non solo a Rovato; purtroppo le cave diventano indispensabili, specie quando, come è successo a Rovato, con questa Giunta, si sono trovate grande lottizzazioni per le quali servono, alla fine, anche i materiali di costruzione, che vengono attinti proprio dalle cave, ora senza essere sostenitori né delle cave, né tanto meno delle grandi lottizzazioni, non si può fare a meno di osservare le contraddizioni di un’amministrazione come questa, andiamo a guardare: da una parte ci si collega a presa diretta all’attuale politica ulivista Provinciale, da un’altra parte ci si dimentica delle direttive della Giunta Lepidi sulle cave, da un’altra parte ancora si fanno appelli alle minoranze consiliari perché ci si batta contro le cave, come è successo nell’ultimo Consiglio Comunale, dove tra l’altro si era ventilato un Consiglio Comunale aperto, e se non sbaglio, è dove invece si sta svolgendo un dibattito di (parola non udibile) tante caratteristiche.
Da un’altra parte ancora, si va a braccetto della Cogeme, quella stessa che vuole aprire altre discariche su Rovato, o in vicinanza di Rovato; ora, non è possibile che il Centro Destra faccia in queste condizioni da tappa buchi a queste plateali contraddizioni, che puntano tutto sulla disinformazione dell’elettorato e sulla mistificazione della realtà, anzi, nel momento sul nostro partito e per tutto il Centro Destra di mettere sul piatto della bilancia tutte quelle questioni risolte non affrontate, rinviate, lasciate a decantare in campo ambientale, voci come termo distruttore, voci come depuratore consortile, questioni più importanti, ben più importanti di una cava alla quale è sicuramente preferibile una bella campagna verde, e a cui posso concordare con la Sinistra, ma posso concordare almeno finché non ci si prospettino altre situazioni meno idilliache e infine molto più inquinanti per la residua campagna rovatese come quella delle mega porcilaie, che potrebbero sorgere al posto della tanto vituperata cava, facendoci cos’ ricascare dalla padella alla brace, e giungendo a un rimedio bene peggiore della malattia! Grazie.”



martedì 6 maggio 2008

Piano cave Provincia di Bergamo

Proponiamo l'intervento di Marcello Saponaro, consigliere regionale dei Verdi, relativo al dibattito per l'approvazione del piano cave della Provincia di Bergamo.
L'intervento risulta illuminante come dimostrazione delle logiche adottate dalla Regione Lombardia per il rilascio delle autorizzazioni alle escavazioni.

Sgombriamo il campo da un equivoco: nulla di personale nei confronti dell’Assessore Pagnoncelli.Questo piano cave nasce influenzato da un grande conflitto di interessi? Sono in molti a domandarselo: politici della sua e della mia parte, imprenditori e amministratori comunali. L’Assessore Pagnoncelli non ha fatto nulla per fugare i dubbi. Non ha fatto nulla neppure il Presidente Formigoni, che si candida da Statista, senza aver prima risolto neppure alcuni piccoli problemi in Lombardia: come quello di dare a Bergamo un Piano Cave equilibrato e trasparente.E’ bene cercare di farlo ora, ricapitolando le mie obiezioni e cercando di trovare qui, in quest’aula, le giuste risposte.La famiglia dell’Assessore è in società con il gruppo Locatelli. Oggi nella SPILO, società che vede nella sua compagine proprietaria sia la famiglia Locatelli che la SPI della famiglia Pagnoncelli.La SPI è posseduta al 22,5% dal fratello Edo che è anche amministratore unico e al 77,5% dalla sorella. Che non detiene alcuna carica. Un investimento singolare, quello dell’acquisto del 77,5% delle quote di una Srl con un piccolo capitale sociale e senza la volontà di assumerne anche la gestione.In questa società, invece, l’Assessore Pagnoncelli è Procuratore speciale e Direttore Tecnico.Presidente Formigoni, se lei fosse in aula le chiederei se ha chiesto a Marco Pagnoncelli di mostrarle il contenuto della Procura speciale.Fatto sta che il Gruppo Locatelli che nel passato aveva avuto altre collaborazioni societarie con la famiglia Pagnoncelli (in Bergamo Pulita e in Verdelido) è tra le società maggiormente coinvolte in questo Piano Cave.Ma l’Assessore dichiara, testualmente, che si tratta di “rapporti antichi e ormai chiusi da tanti anni. Da tempo non intrattengo più rapporti economici con la Locatelli proprio per evitare che si creassero conflitti di interesse. Le accuse dei Verdi sono infondate perchè non trovano alcuna rispondenza nei fatti”. [L’Eco di Bergamo del 27 novembre 2007] e ancora “I rapporti d’affari sono stati con la mia famiglia, non con me. E comunque in un periodo in cui non ero ancora Assessore. Da anni non c’è più nessun legame”. [Il Corriere della Sera del 27 novembre 2007].Se le dichiarazioni non sono state smentite (e non mi risulta) l’Assessore sembra essere caduto almeno due volte in contraddizione:- La prima quando dichiara che i rapporti sono stati solo con la sua famiglia. Sul mio blog, Presidente Formigoni, può notare un articolo di poche righe, corredato dall’immagine di un cartello di cantiere che recita:a) Committente: Priorato di S. Egidio di Fontanellab) Impresa di costruzioni: Impresa Locatelli Spac) Direttore dei lavori: Arch. Pagnoncelli MarcoPuò trattarsi di omonimia in entrambi i casi. Andrebbe chiarito in quest’aula perchè è importante per noi consiglieri sapere se l’Assessore ha mentito. E’ importante saperlo prima di valutare il voto in tanto in Aula quanto in Commissione- la seconda quando dichiara che i rapporti sono stati con la sua famiglia e comunque in un periodo in cui non era ancora assessore. Quel “COMUNQUE” abbiamo visto che non è vero. La Spilo è stata costituita nel 2006, il 25 gennaio per la precisione. Il 4 ottobre del 2007 la SPI ha ceduta una piccola quota della SPILO a un manager del gruppo Locatelli, rimanendo però in società al 39,24% e confermando, mi pare evidente, la volontà di proseguire i rapporti di affari anche ora. Non credo d’essermi perso le dimissioni dell’Assessore nel frattempo…Veniamo al Piano Cave.Tralascio per il momento le modifiche apportate in sede di Giunta Regionale. Modifiche che hanno comportato un aumento di 5 milioni e 375 mila metri cubi solo nel settore della sabbia e ghiaia.La Commissione è intervenuta in 39 ambiti su 78. Con difetto di motivazione – a nostro avviso - per la maggior parte di questi. Soprattutto laddove va ad aggiungere ATE o volumi, magari proprio in quegli ambiti già vagliati dagli organi tecnici della Provincia di Bergamo e della Giunta Regionale e da Provincia di Bergamo e Giunta Regionale approvati con le rispettive delibere.Nondimeno la Giunta Regionale e la Commissione Ambiente hanno disconosciuto la Direttiva VAS 2001/42/CE che prevede la Valutazione Ambientale Strategica per tutti i Piani Cave a partire dal 21 luglio 2004: un anno prima dell’approvazione in Giunta e – ahimè – 4 anni prima (???? Forse….) dell’approvazione in Consiglio (che, ovviamente, ne stiamo discutendo, non è ancora avvenuta).A proposito del Piano rielaborato dalla Commissione VI, la Provincia ha dichiarato:“E’ carente delle specifiche tecniche necessarie per una sua valutazione complessiva ed esaustiva; ne consegue l’impossibilità, in molti casi, di localizzare le superfici di ampliamento, le riserve residue stimate, e di verificare la corrispondenza tra superfici assegnate e volumi attribuiti”“presenta incongruenze di carattere tecnico (…) che renderebbero di difficile applicazione/gestione il piano stesso”“La commissione non esplicita nuove e coerenti motivazioni a sostegno delle scelte proposte, che appaiono in molti casi immotivate e talvolta anche in contrasto tra di loro”“Non sono in alcun modo motivati né l’incremento dei volumi (produzione decennale) né l’incremento delle riserve residue, che risultano in contrasto con le previsioni di Piano”“In particolare l’incremento delle riserve residue contrasta fortemente con il criterio di mandare a recupero un certo numero di cave”“Alcune modifiche introdotte dalla VI Commissione, quali il raddoppio dei volumi attribuiti ad un singolo ambito o l’introduzione di nuovi ambiti determinano squilibri tra gli operatori del settore che non sono assolutamente giustificabili”“Non è motivata l’introduzione di deroghe a quanto previsto dalla pianificazione dei Parchi Regionali, in modo particolare quando la stessa contrasta con la volontà e gli accordi vigenti tra gli Enti Locali interessati”“Un’ulteriore incongruenza è rappresentata dalla attribuzione di uno specifico volume ad una determinata superficie in un ambito dove sono presenti più operatori” (La normativa prevede che il volume sia attribuito all’ATE e non a parti dello stesso)La Provincia evidenzia inoltre che per ogni cava di monte era stata inserita la necessità di “predisporre un dettagliato studio di fattibilità finalizzato alla coltivazione in sotterraneo dei volumi previsti”. Senza giustificazione la Commissione ha eliminato tale prescrizione da due cave, mantenendola per altre cinque.Voglio portarvi solo due esempi esplicativi delle modalità e delle procedure attuate per questo Piano Cave in Commissione Ambiente:- ATE G31 Medolago Calusco D’Adda e Solza: la Commissione decide di stralciare parti fondamentali contenute nell’accordo di Programma sottoscritto dalla Regione stessa, dagli Enti Locali e dai cavatori nel 1999- ATE C5 Nembro: Il cavatore chiede un ampliamento volumetrico e di superficie. La Giunta Regionale conferma volumi e riserve deliberate nel Piano Provinciale. La Commissione senza alcuna motivazione concede sia l’aumento volumetrico (da 800.000 mc a 1.400.000) sia delle riserve (da 1.200.000 a 1.600.000).Oggi ci troviamo quindi a decidere di un Piano Cave che non rispetta le direttive europee, la Legge Regionale e le successive (e neanche poi così recenti) sentenze del TAR e che non rispetta, lasciatemelo ricordare, la trasparenza dovuta e la chiarezza necessaria in merito al possibile conflitto di interesse in capo all’Assessore Pagnoncelli.Abbiamo due strade davanti: rimandarlo in Commissione per un riesame approfondito della fondatezza e della presenza di sufficienti motivazioni nella modifica di 39 ATE oppure rimandarlo in Commissione per approvare in tempi assai brevi il Piano Cave così come fu elaborato dalla Provincia di Bergamo, e rispondente ai criteri dettati dalla Giunta Regionale (parole di Giunta… non mie).Il Piano Provinciale è forse l’unico “legittimato” (con una forzatura che non mi piace) a non rispettare la direttiva europea sulla VAS poiché approvato 4 mesi prima del 21 luglio.Nascerebbe vecchio e con molti difetti? Può essere. Per questa ragione questo Consiglio Regionale dovrebbe quanto prima mettere mano e approvare una nuova normativa in materia.Quello che non possiamo fare è far finta di nulla: far finta che la Commissione abbia agito con giudizio e competenza (che non poteva avere), che l’Assessore Pagnoncelli – in assenza di chiarimenti – sia privo di qualsivoglia conflitto di interesse, che le direttive, le leggi e le sentenze sono state rispettate, che i principi di imparzialità, di motivazione e di sostenibilità siano stati accolti.