A tal proposito ci sembra opportuno ricordare le diverse parole espresse dal gruppo di Forza Italia di Rovato nel consiglio comunale dell'11 Febbraio 2004. L'argomento di discussione all'ordine del giorno era la votazione di una mozione di contrarietà all'autorizzazione dell'escavazione nel territorio di Rovato dell ATE9.
Dalla seduta consigliare del comune di Rovato dell'11 Febbraio 2004:
Consigliere Bellini: “Allora, quello che andrò a leggere è la posizione ufficiale di Forza Italia: il pronunciamento amletico cava sì cava no, nella località Bonfadina, anche se non vincolante, doveva essere espresso dalla Giunta Comunale come ha fatto con le osservazioni al riguardo, la questione portata in Consiglio Comunale sicuramente viene ad avere una risonanza diversa, ed obbliga gli schieramenti politici ad assumere in merito una posizione palese.
Noi come gruppo di Forza Italia, all’opposizione in questo Consiglio, non siamo preconcettualmente o aprioristicamente contrari alla cava, ipocritamente come sta succedendo, chiamati a decidere, la presunzione ci porterebbe a chiedere che vicino alle nostre case non ci possa essere altro che boschi, parchi o giardini, desiderio di pura utopia, nel contesto in cui vive la nostra società, dove il benessere, l’economia e la ricchezza vengono prodotte esclusivamente dal lavoro nella nostra terra, ed il lavoro ha le sue esigenze.
Rispettare il territorio è un dovere di civiltà, ma è altrettanto doveroso rispettare il lavoro, perché senza le sue evoluzioni e trasformazioni saremmo ancora all’età della pietra; trovare degli equilibri che possano soddisfare tutte le esigenze, è cosa quasi impossibile, a parere nostro, e comunque assodato che quando si è obbligati a prendere una qualsiasi decisione, si finisce sempre per accontentare qualcuno e scontentarne altri, ma questa è una risultanza fisiologica.
Tornando ad una ipotetica cava in località Bonfadina, il proprietario di un’area essendo cavatore, formula precise richieste a due diverse amministrazioni Provinciali; la prima politicamente a noi lontana, approva in linea di massima il progetto, che è sostanzialmente e dimensionalmente come quello prospettato oggi dalla Regione, ma non riesce a portare a termine l’iter per mancanza di tempo, o quant’altro.
Insediata la Seconda amministrazione Provinciale, a noi vicina, porta a termine il Piano cave provinciali entro i termini previsti, la cubatura estrattiva dell’atte zero 9 che è l’ambito che ci riguarda, è stata ridotta a 400.000 metri cubi, molto meno della metà del progetto iniziale, motivo della riduzione perché il Comune di Cazzago San Martino, avendo prodotto delle osservazioni in tempo utile, accettate dalla Provincia, ha stralciato la parte di ambito estrattivo di Cazzago.
Per quanto riguarda Rovato, la precedente amministrazione non produsse nessuna osservazione in tempo utile, ecco perché rimane l’ambito su Rovato; fermo restando la valenza di tutto questo, in quanto è prassi che per quanto riguarda la materia cave la decisione è sovra Comunale, quindi i Comuni possono esprimere solo un parere, la Provincia propone un Piano di indirizzo, ma è la Regione che legittimamente decide che cosa fare.
Nell’assemblea pubblica del 5 febbraio, a Foro Boario, organizzata dal Comitato anti cava, è stato detto con realismo da due esponenti politicamente a noi lontani, che è pura ipocrisia pensare che sia economicamente vantaggioso realizzare una cava di soli 400.000 metri cubi, ed è altrettanto ipocrita che in quella sede ha detto di volersi adoperare perché la quantità estrattiva rimanga questa, se cava deve essere, il progetto Regionale è più idoneo, e a supporto di questa ipotesi produciamo un’integrazione tecnica che spiega come deve essere concepito un ambito estrattivo.
È opportuno soffermarsi a considerare che l’apertura di un nuovo ambito estrattivo, al fine di poter essere considerato un intervento sostenibile, per il territorio deve avere la potenzialità per produrre i risultati per i quali la risorsa estrattiva è stata individuata, ovvero, i costi di installazione degli impianti devono essere proporzionali al ricavo derivante dell’escavazione del materiale, nonché devono anche provvedere a garantire le risorse economiche adeguate all’esecuzione di un recupero del territorio.
Sarebbe pertanto contrario al principio del corretto sfruttamento del giacimento e della salvaguardia dell’ambiente, la previsione di una nuova area estrattiva, con limitata risorsa estraibile, estraibili; questo ragionamento a noi sembra sensato, facendo poi di necessità virtù, bisognerà pensare poi come gestire l’ambito dal lato economico, dal lato dell’impatto ambientale, e dal lato del recupero territoriale, queste sono le priorità reali, che dovranno essere affrontate dall’amministrazione.
Nella parte finale del verbale di deliberazione della Giunta Comunale del 12/01/2004, si dice: informiamo la Commissione Regionale che è ferma intenzione del Comune di Rovato adottare ogni iniziativa giudiziaria e politica per contrastare l’atte 09, se questo è riferito alla Regione è legittimo, fosse anche riferito al privato dopo il nulla osta, avremmo anche delle perplessità.
L’equazione cava discarica, la tutela dell’ambiente, il rispetto del territorio, l’inquinamento, che mondo mai lasceremo ai nostri figli, sono questioni fondamentali che vanno affrontate senza ipocrisia e senza dogmi, è sbagliato pensare che in questa questione noi si voglia distruggere il territorio, e voi come San Giorgio contro il drago, vogliate salvare, in democrazia le scelte di chi legittimamente governa, dovrebbero quanto meno essere rispettate, se non condivise.
La Franciacorta Rovato, capitale della Franciacorta: trent’anni fa nessuno utilizzava questi termini, fermo restando nei secoli antichi la storia della Franciacorta e della sua capitale Rovato, ma tutto cadde nell’oblio e il prestigio finì, non so dirvi quanto e non so dir perché, quello che so è che nei favolosi anni Sessanta, due pionieri locali crearono il famoso spumante della Franciacorta, fu un successo che diede una svolta fondamentale a tutta l’economia della zona, a nord della Statale 11 c’era poco più che miseria, allora non c’era irrigazione e l’economia era prevalentemente agricola, sulle ali dell’entusiasmo, anche economico, tracciato dai due signori, arrivarono poi investitori, imprenditori, e industriali, che investirono in vini e cantine, industrie e strutture varie, e centri commerciali, creando lavoro, ricchezza e facendo della Franciacorta la bella realtà di oggi, che non è la conseguenza logica di questi tutori ad oltranza del non toccare niente, della conservazione a tutti i costi, della contrarietà agli investimenti produttivi, ma della trasformazione e dell’imprenditorialità, usando buon senso e buon gusto.
Oggi in Franciacorta convivono realtà economiche diverse, seppur con i dovuto distinguo, come cantine, vigneti, centri commerciali, discariche, termo generatori, discoteche, agriturismo, e nessuno di noi rinuncia al proprio benessere, che trae direttamente o no da queste realtà, se non con l’ipocrisia, sapendo che anche gli uomini non sono così cattivi come politicamente a volte si è costretti a dipingerli, noi aspetteremo la decisione Regionale in merito alla cava, senza paventare orizzonti funesti o sciagure immani, sicuri che i nostri figli vivranno in un futuro migliore, come noi stiamo vivendo in un discreto presente, come i nostri nonni vissero un duro passato.
Crediamo altresì nell’intelligenza dell’uomo, e confidiamo che nelle generazioni future, e scusate l’ironia, ma siamo serenamente convinti che il mondo attuale essendo in salute, in barba ai gufi catastrofisti, vivrà ancora per i prossimi millenni, vi ringrazio per l’attenzione.”
Consigliere Gussago Giuseppe: “A margine della risoluzione che verrà decisa, e speriamo sia univoca, dalle minoranze Consiliari, non è cosa oziosa portare all’attenzione del Consiglio Comunale alcune considerazioni, che supportano non solo tale soluzione, ma che vanno anche al di là di esse, e comunque ad esse si possono ritenere collegate.
Senza la pretesa di fare l’avvocato d’ufficio di nessuno, non si può innanzitutto non rilevare come l’attuale amministrazione Provinciale sia stata esposta ingiustamente al pubblico ludibrio da una campagna scandalistica, che l’ha dipinta come animata da insani desideri di bucherellare il territorio Provinciale, con una moltitudine di cave di sabbia, che si trasformerebbero col tempo inevitabilmente in discariche di materiale pericolosi, si dice.
Questa impostazione è tutta preoccupata non solo di fare dello strumentalismo in vista di importanti scadenze elettorali, ma anche di santificare se stessa, come se coloro che ne sono stati artefici non avessero mai avuto in mano la responsabilità di gestire, di indirizzare, di condizionare enormi interessi pubblici e privati, quali e quali esistenti a Brescia, in Provincia di Brescia.
Proprio la vecchia Giunta di Centro Sinistra di (parola non udibile) avrebbe scelto proprio la nostra zona per aprire una grossa cava estrattiva, di coda la Giunta Provinciale successiva, di Centro Destra, ha poi scelto di ridurre la metro cubatura di estrazione; come è noto, la Regione Lombardia, è di altro parere, ma questo è un fatto ordinario, di dialettica istituzionale, in una Regione dove ricordiamo che non esistono cinghie ideologiche di trasmissione, e dove non esistono uomini migliori di tutti gli altri, come si voleva fare credere in un tempo passato.
Alla fine la Regione Lombardia non ha fatto altro, se vogliamo andare a guardare bene, non ha fatto altro che appiattirsi sull’indirizzo che la Giunta Lepidi aveva preso, e che la Giunta stessa Lepidi non ha mai avuto il tempo di realizzare, in quanto aveva nel frattempo perso le elezioni.
È davvero curioso che gruppi che sorgevano nella Giunta Lepidi ora si siano scoperti grandi nemici delle cave, tanto da imbastire una crociata su tutto il territorio Provinciale, non solo a Rovato; purtroppo le cave diventano indispensabili, specie quando, come è successo a Rovato, con questa Giunta, si sono trovate grande lottizzazioni per le quali servono, alla fine, anche i materiali di costruzione, che vengono attinti proprio dalle cave, ora senza essere sostenitori né delle cave, né tanto meno delle grandi lottizzazioni, non si può fare a meno di osservare le contraddizioni di un’amministrazione come questa, andiamo a guardare: da una parte ci si collega a presa diretta all’attuale politica ulivista Provinciale, da un’altra parte ci si dimentica delle direttive della Giunta Lepidi sulle cave, da un’altra parte ancora si fanno appelli alle minoranze consiliari perché ci si batta contro le cave, come è successo nell’ultimo Consiglio Comunale, dove tra l’altro si era ventilato un Consiglio Comunale aperto, e se non sbaglio, è dove invece si sta svolgendo un dibattito di (parola non udibile) tante caratteristiche.
Da un’altra parte ancora, si va a braccetto della Cogeme, quella stessa che vuole aprire altre discariche su Rovato, o in vicinanza di Rovato; ora, non è possibile che il Centro Destra faccia in queste condizioni da tappa buchi a queste plateali contraddizioni, che puntano tutto sulla disinformazione dell’elettorato e sulla mistificazione della realtà, anzi, nel momento sul nostro partito e per tutto il Centro Destra di mettere sul piatto della bilancia tutte quelle questioni risolte non affrontate, rinviate, lasciate a decantare in campo ambientale, voci come termo distruttore, voci come depuratore consortile, questioni più importanti, ben più importanti di una cava alla quale è sicuramente preferibile una bella campagna verde, e a cui posso concordare con la Sinistra, ma posso concordare almeno finché non ci si prospettino altre situazioni meno idilliache e infine molto più inquinanti per la residua campagna rovatese come quella delle mega porcilaie, che potrebbero sorgere al posto della tanto vituperata cava, facendoci cos’ ricascare dalla padella alla brace, e giungendo a un rimedio bene peggiore della malattia! Grazie.”
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