Da Bresciaoggi.it l'aggiornamento per la preventivata discarica di aminato al Parco delle Cave di San Polo a Brescia, attraverso il reconto dell'incontro pubblico organizzato dalla circoscrizione Est.
"Discarica di amianto confronto «tecnico»L'ASSEMBLEA. L'incontro «tecnico» con i cittadini ha preso inevitabilmente una piega «politica», con risposte che non potevano arrivare
Sesana (Arpa): «Basso il rischio ambientale». Ma la domanda più insistente è stata: «Perchè proprio in quest'area?»
30/09/2009
Brescia. «Un incontro tecnico, questo è un incontro tecnico»: il presidente della circoscrizione Est Enio Garzetti, ieri sera nella sala pubblica di via Cavellini a Sanpolino, ha avuto un bel dire che si trattava di una semplice serata di «approfondimento», ma non c'è stato verso: i duecento cittadini e cittadine che hanno affollato la sala erano lì sostanzialmente per ribadire tutte le loro paure e la loro contrarietà all' annunciata realizzazione di una discarica di amianto in via Brocchi, nell'area del parco delle Cave.
La futura discarica, lo ha ricordato ieri il funzionario della Provincia Ferruccio Goffi, dovrebbe sorgere proprio vicino a un'altra, sempre di cemento-amianto, chiusa nel 2005. Autorizzata dalla Regione Lombardia (con nessuna contrarietà di Comune e Provincia), la discarica dovrebbe avere tre anni di vita, accogliere al massimo 170 metri cubi di cemento-amianto al giorno, una quindicina di camion avanti e indietro fino a raggiungere gli 80mila metri cubi previsti.
IN BASE ALLA preventiva valutazione di impatto ambientale e a quelle che sono le normative in materia, l'amianto dovrà essere impacchettato sul luogo di produzione, e trasferito in discarica, dove prima sarà visionato in un capannone apposito per vedere se ci sono state lacerazioni nel corso del viaggio.
La sera i rifiuti sono coperti da un doppio telo impermeabile, c'è un sistema di convogliamento delle acque, i rifiuti non possono essere messi in discarica se ci sono le condizioni meteo sfavorevoli, in particolare di vento. Concetti ribaditi dal funzionario comunale Gianantonio Capretti.
Il problema dell'amianto nasce da lontano. Giulio Sesana, direttore dell'Arpa di Brescia, lo ha ricordato: l'amianto è un bel materiale, resiste al fuoco e così per anni è stato messo anche in posti insospettabili.
Magari ci si poteva fermare un po' prima di quanto è stato fatto, ma questo è un altro discorso, resta invece il problema che quando la Regione ha cercato di capire quanto ce ne fosse in giro ha stimato inizialmente 800mila metri cubi ma nel frattempo si è arrivati a 2milioni e 800mila. A ogni modo il problema è che l'amianto ha un'alta tossicità ed è ancor più pericoloso perché libera fibre che galleggiano nell'aria a lungo. «Il problema è come gestirlo - ha osservato Sesana -, e in particolare come fare in modo che il vento non se lo porti via». Premesso che chi deve toglierlo dai tetti o da altri posti, i lavoratori per intendersi, rischia molto di più, secondo Sesana le procedure che sono state definite per legge sulla gestione dell'amianto in discarica sono sicure e rendono il rischio ambientale piuttosto basso, se non nullo. «Se avete paura che dopo questo siano fatti altri buchi è una cosa - ha detto Sesana -, ma per questa discarica le autorizzazioni parlano di una gestione oculata».
IL PROBLEMA FORSE è proprio questo. Ieri sera, chi più chi meno, la questione l'ha posta, con buona pace di Garzetti che voleva solo domande tecniche. Gabriele Avalli si è chiesto perché proprio in quest'area, in una zona che ospita già qualche decina di discariche, l'Alfa Acciai, l'autostrada e la tangenziale. Un altro cittadino, esponente del Comitato spontaneo contro le nocività, ha invece domandato come mai si decide di fare una discarica di amianto nell'area destinata al Parco delle cave. O ancora, perché i cittadini non siano stati informati e si sia cercato di fare le cose un po' di soppiatto e in piena estate. I primi movimenti nell'area sono stati il 31 luglio, un mese prima la pubblicazione ufficiale e da allora «ci sono quattro disperati che stazionano davanti ai cancelli». O ancora, «come mai la Lega si batte contro il deposito in via Conicchio e non ha niente da dire nella zona delle cave?».
Maurizio Frassi, rappresentante del Comitato difesa salute ambiente di San Polo, ha fatto sintesi delle paure diffuse nell'affermare che il punto cruciale è capire «come» sarà fatta questa discarica. «Siamo sicuri che sarà tutto a norma - osserva Frassi -? Ci sono paure, e qualcuno dice che con la discarica chiusa nel 2005 non tutto sembra sia andato secondo le regole».
LA SERATA È proseguita, Garzetti ha provato a rimetterla sul tecnico. Per strada, in zona Sanpolino e non solo, è pieno di cartelli e striscioni contro la discarica e per il Parco delle cave. In quartiere sono già state raccolte duemila firme. E i cittadini attendono risposte politiche, quelle che i tecnici ieri non erano in grado di dare."
mercoledì 30 settembre 2009
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