Proponiamo l'articolo apparso sul quotidiano Giornale di Brescia lo scorso 16 Marzo in riferimento alla decisione del Consiglio di Stato di confermare lo stop alle ruspe per la cava Mercurio-Bonfadina.
16/03/2010 - Alla Bonfadina le ruspe restano ferme
Ruspe e camion ancora fermi alla cava Bonfadina fino al pronunciamento del Consiglio di Stato. È questa la decisione presa nei giorni scorsi dai giudici, che hanno rigettato le richieste di sospensiva avanzata dalla Provincia di Brescia e dalla ditta Bettoni in merito all'ambito estrattivo che si estende a cavallo dei territorio dei comuni di Rovato e Cazzago San Martino. Il Consiglio di Stato, pur riservandosi ovviamente di decidere nel merito dei ricorsi, ha quindi confermato lo stop ai lavori, congelati dal dicembre scorso dopo che il Tar di Brescia aveva dato ragione ai Comuni di Rovato e Cazzago San Martino. Le due amministrazioni, nelle persone dei rispettivi sindaci, Andrea Cottinelli e Giuseppe Foresti, avevano contestato il fatto che l'ingrandimento del bacino operato dalla Regione Lombardia rispetto alla proposta della Provincia fosse stato realizzato senza il loro coinvolgimento. «Il Consiglio di Stato - dicono Angelo Bergomi, consigliere comunale di Rovato Civica e delegato alle attività estrattive ed Eligio Costanzi, vicesindaco di Rovato - ha negato la ripresa dei lavori con la motivazione che consentire la ripresa degli interventi nella Bonfadina in attesa del giudizio di merito vorrebbe dire arrecare danni irreversibili al territorio, mentre deve prevalere l'interesse pubblico. Siamo consapevoli che questa sentenza non cancelli definitivamente il bacino estrattivo dalla Franciacorta, ma si afferma un principio per noi fondamentale: gli enti sovraordinati non possono prendere decisioni sulla testa dei Comuni senza coinvolgerli. Come amministratori rovatesi esprimiamo comunque soddisfazione per il fatto che sia stato confermato l'annullamento dell'autorizzazione all'escavazione. D'altro canto ci chiediamo chi risarcirà il danno arrecato al territorio e i disagi subiti dagli abitanti di Rovato e Cazzago San Martino nei tre mesi di escavazione concessi ad autunno». Per chiarire le competenze in materia di cave e discariche nel 2004 il Comune di Rovato, quello di Cazzago San Martino e altre 50 amministrazioni comunali bresciane e bergamasche avevano depositato una proposta di modifica di legge regionale. Obiettivo: «Riportare le istituzioni a fare pianificazione urbanistica sul territorio che amministrano».
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