mercoledì 25 marzo 2009

Grandi opere già conteggiate nel piano cave Provincia di Brescia 2005

Articolo Bresciaoggi 25/03/09
Come altre volte ricordato dal comitato anticava Rovato la Giunta Provinciale Cavalli di Brescia aveva formalmente comunciato al Consiglio della Regione Lombardia nel corso del 2004 che il piano provinciale in corso di approvazione conteggiava già al suo interno i quantitativi da destinare alle grandi opera (Brebemi e Tav). Forse la stessa Provincia di Berscia finalmente si è ricordata di tale comunicazione.

"CASTREZZATO. La giunta provinciale ha deliberato ieri il parere negativo. Le parole di Mattinzoli Bocciata la cava per Brebemi «Il piano provinciale la vieta»

Il Broletto boccia definitivamente la cava di prestito Brebemi progettata prima sul territorio di Castrezzato e poi «traslocata» sul Comune di Trenzano. La decisione è stata presa dalla giunta Cavalli ieri pomeriggio, avvallando il parere contrario espresso dall’assessore all’Ambiente Enrico Mattinzoli. Due i motivi della bocciatura: il piano cave della Provincia di Brescia e la relativa approvazione regionale del novembre 2004 vieta «le cave di prestito». Secondo: il fabbisogno di materiale inerte per la realizzazione della Brebemi (260.000 mc di pavimentazione e di circa 25.000 mc di getti) è copribile utilizzando materiale di demolizione reperibile nella nostra e in altre province. Le posizione dell’assessorato all’Ambiente sono approfondite nel parere negativo approvato dalla giunta: «La deliberazione del consiglio regionale del 25 novembre 2004, con la quale è stato approvato il piano cave della provincia di Brescia, dispone che per tutto il periodo di vigenza del piano cave è esclusa la possibilità di autorizzare cave di prestito, ai sensi della legge regionale 14/1998. Si rileva pertanto, sotto questo profilo, il contrasto della ipotizzata apertura di una cava di prestito con la programmazione regionale in materia di attività estrattive di cava». Vengono poi contestati i dati sull’indagine di mercato per reperire inerti svolta dal Consorzio Bbm: «Non viene esplicitato il criterio di individuazione degli operatori contattati, il cui numero sembra oggettivamente esiguo anche rispetto a quello delle altre province indagate. Quindi è da ritenersi indispensabile un supplemento di ricerca, che il proponente potrà svolgere interessando direttamente le associazioni rappresentative degli operatori, così come proposto dall’assessore provinciale all’Ambiente al presidente di Brebemi Spa». Viene infine rilevato che non sussistono elementi sufficienti per l’espressione di un parere in merito alla compatibilità ambientale del «Piano di reperimento degli inerti» depositato con il progetto definitivo da Cal Spa «per mancanza di soluzioni progettuali alternative».P.G. "

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