Negli ultimi posts pubblicati abbiamo riportato la cronoca degli ultimi avvenimenti relativi alla vicenda.
Oggi invece vogliamo proporre alcune considerazioni del comitato ripetto a tali avvenimenti.
Considerazione 1.
Leggendo il ricorso al Consiglio di Stato promosso dalla Regione Lombardia si può notare come l'ultima parte, quella relativa alle ripercussioni sulla Bettoni spa per la redazione della VIA, non costituisca altro che un preciso copia e incolla di quanto la stessa ditta cavatrice aveva scritto nel proprio ricorso al Consiglio di Stato.
A nostro avviso appare inaccettabile che un organismo istituzionale come la Regione Lombardia si faccia promotore di sensibilizzazione rispetto all'interesse di un'impresa privata, a danno della salute della collettività degli abitanti dei comuni di Rovato e Cazzago. Sul piatto della mancata VIA va messa infatti l'irrisolta questione viabilità, il peggioramento della qualità dell'aria nella zona indotta dal traffico arrecato dall'apertura della cava, il consumo mai più recuperabile di territorio d'inestimabile valore come quello della Franciacorta.
Considerazione 2.
Quanto avanzato dalla ditta cavatrice nel proprio ricorso al Consiglio di Stato costituisce un vero e proprio ricatto occupazionale. Infatti è stato indicato come il futuro dell'intera ditta Bettoni spa dipenda dall'apertura della cava Mercurio-Bonfadina.
Anche questo risulta a nostro avviso inaccettabile. Consultando il sito della stessa ditta è possibile osservare come le aree in cui essa opera sono diverse e non tutte riconducibili all'attività estrattiva. Inoltre suggeriamo la lettura di quanto pubblicato nell'ultimo post del 15 Aprile per avere l'indicazione dei quantitativi concessi a disposizione della ditta in altri ambiti estrattivi in provincia di Brescia.
Considerazione 3.
I ricorsi della ditta cavatrice, della Provincia di Brescia e della Regione Lombardia al Consiglio di Stato contro la decisione del TAR di Brescia rappresenta un segnale forte e preciso. Meglio allungare, sperando di vincere, la battaglia legale piuttosto che piegarsi alla redazione della VIA. Tale avvenimento infatti da un lato costituirebbe un pericoloso precedente per gli altri ambiti estrattivi concessioni a livello regionale e provinciale, dall'altro aprirebbe uno squarcio inesorabile sulle mancate tutele per i cittadini nell'iter autorizzativo della cava.
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1 commento:
Leggendo la delibera della Giunta Provinciale con cui essa autorizza il Presidente a proporre appello davanti al Consiglio di Stato per l'annullamento dell'ordinanza del TAR di sospensiva dei lavori e di obbligatorietà della V.I.A. si richiama il parere di uno dei funzionari che sono parti in causa, visto che l'autorizzazione per l'ambito estrattivo senza V.I.A. l'ha sottoscritta il settore che dirige mesi fa.
Si è mai chiesta la Provincia che forse pareri di questo tipo forse sono dettati anche dalla salvaguardia di posizioni personali?
Ma queste cose prima di ricorrere contro la sospensiva che un tribunale come il TAR ha imposto la giunta provinciale non le ha viste?
Qualcuno si è chiesto che forse l'esposto alla magistratura che è stato depositato a Dicembre al Tribunale di Brescia potrebbe anche far scaturire delle posizioni penalmente rilevanti per qualcuno?
Staremo a vedere anche al Consiglio di Stato.
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