Riportiamo l'esito dell'audizione che la Commissione Regionale Sesta ha concesso alle amministrazioni Comunali di Rovato e di Cazzago S.M. questa mattina sul problema dell'ATEg09.
L'esito è stato diffuso dal consigliere comunale Angelo Bergomi che con l'assessore Sette e il sindaco Foresti di Cazzago S.M. si sono recati stamattina in Regione.
Stamattina la Commissione Sesta Regionale ha consentito alla nostra amministrazione e a quella di Cazzago S.M. di essere ascoltate in merito alla negazione della VIA sulla cava Bonfadina che con decreto dirigenziale dell'Unità Operativa regionale Attività Estrattive e di Bonifica emesso il 10 Aprile scorso hanno sancito un'ulteriore incredibile pagina di questa vicenda.
Devo innanzitutto ringraziare la presidente della Commissione Margherita Peroni per la celerità con cui ha posto questa audizione all'ordine del giorno della commissione. L'urgenza da parte nostra era dovuta al fatto che la partenza dell'attività estrattiva arrecherebbe dei danni irreversibili a questo bacino estrattivo.
Il sottoscritto e l'assessore Sette per Rovato, il sindaco di Cazzago S.M. Foresti hanno potuto esprimere alla Commissione le perplessità che nutriamo di fronte a un decreto che nega la VIA sostenendo che l'ATEg09 non supera i 20 ettari di soglia per l'obbligatorietà alla VIA. Ma come? Il piano cave provinciale ha imposto al PRG di Rovato e al PGT di Cazzago S.M. di recepire il fatto che tutti e 34 gli ettari dell'ATEg09 siano terreno destinato all'estrazione ma quando si tratta di calcolare quali siano le aree da conteggiare per capire se si superano i 20 ettari di soglia, le aree conteggiate sono solo 14 ettari?
Evidentemente vi è qualcosa che non va nel ragionamento.
Secondo aspetto che abbiamo esposto. Il decreto regionale parla di 53 progetti posti nelle immediate vicinanze della cava Bonfadina con un impatto che andrà a cumularsi a quello della Bonfadina stessa. Per questo motivo ci chiediamo perchè la conclusione del decreto non sia stata la concessione della VIA. Vi è forse il timore di costruire un precedente molto pesante per il resto della Provincia?
Se sì sarebbe molto grave.
Sarà nostra cura esprimere alla commissione europea la necessità di valutare approfonditamente il testo del decreto. A nostro avviso le ragioni che portarono la Commissione Europea a esprimere una messa in mora sulla mancata VIA nel caso dell'ATEg09 non sono state recepite nel decreto. La Regione si ostina a sostenere che l'interpretazione corretta sulle aree da considerare ai fini del confronto con la soglia dei 20 ettari siano solo quelle del progetto di gestione produttiva e non quelle dell'intero ATE.
Il sindaco Foresti ha ribadito la necessità da parte dei comuni di procedere con le verifiche nel merito delle questioni.
Pongo a tutti i cittadini che mi leggono su questo blog un interrogativo:
dopo due delibere di giunta regionale fatte ad hoc per cercare di uniformare le normative regionali alla luce del richiamo europeo non sarebbe stato più semplice sottoporre a VIA l'ATEg09 della Bonfadina ancora nel 2006, anno dell'autorizzazione, qualunque fosse l'esito dello studio stesso?
Se la VIA avesse confermato la fattibilità del progetto la ditta avrebbe potuto iniziare la sua attività nella piena legittimità e i comuni avrebbero avuto certezze anche nella gestione del loro territorio, per lo meno.
Se la VIA avesse negato la compatibilità di una cava di queste dimensioni con la zona dove è stata collocata i comuni avrebbero potuto procedere nei propri strumenti urbanistici a pensare a come concepire l'inserimento di questo terreno all'interno della pianificazione urbanistica comunale complessiva.
Non è che il problema sta proprio qui? Per inciso, la VIA può bocciare un progetto. L'ho ribadito anche stamane in Regione. E allora capisco perchè si vede la VIA come il fumo negli occhi.
Non vedo personalmente altra spiegazione.
Devo innanzitutto ringraziare la presidente della Commissione Margherita Peroni per la celerità con cui ha posto questa audizione all'ordine del giorno della commissione. L'urgenza da parte nostra era dovuta al fatto che la partenza dell'attività estrattiva arrecherebbe dei danni irreversibili a questo bacino estrattivo.
Il sottoscritto e l'assessore Sette per Rovato, il sindaco di Cazzago S.M. Foresti hanno potuto esprimere alla Commissione le perplessità che nutriamo di fronte a un decreto che nega la VIA sostenendo che l'ATEg09 non supera i 20 ettari di soglia per l'obbligatorietà alla VIA. Ma come? Il piano cave provinciale ha imposto al PRG di Rovato e al PGT di Cazzago S.M. di recepire il fatto che tutti e 34 gli ettari dell'ATEg09 siano terreno destinato all'estrazione ma quando si tratta di calcolare quali siano le aree da conteggiare per capire se si superano i 20 ettari di soglia, le aree conteggiate sono solo 14 ettari?
Evidentemente vi è qualcosa che non va nel ragionamento.
Secondo aspetto che abbiamo esposto. Il decreto regionale parla di 53 progetti posti nelle immediate vicinanze della cava Bonfadina con un impatto che andrà a cumularsi a quello della Bonfadina stessa. Per questo motivo ci chiediamo perchè la conclusione del decreto non sia stata la concessione della VIA. Vi è forse il timore di costruire un precedente molto pesante per il resto della Provincia?
Se sì sarebbe molto grave.
Sarà nostra cura esprimere alla commissione europea la necessità di valutare approfonditamente il testo del decreto. A nostro avviso le ragioni che portarono la Commissione Europea a esprimere una messa in mora sulla mancata VIA nel caso dell'ATEg09 non sono state recepite nel decreto. La Regione si ostina a sostenere che l'interpretazione corretta sulle aree da considerare ai fini del confronto con la soglia dei 20 ettari siano solo quelle del progetto di gestione produttiva e non quelle dell'intero ATE.
Il sindaco Foresti ha ribadito la necessità da parte dei comuni di procedere con le verifiche nel merito delle questioni.
Pongo a tutti i cittadini che mi leggono su questo blog un interrogativo:
dopo due delibere di giunta regionale fatte ad hoc per cercare di uniformare le normative regionali alla luce del richiamo europeo non sarebbe stato più semplice sottoporre a VIA l'ATEg09 della Bonfadina ancora nel 2006, anno dell'autorizzazione, qualunque fosse l'esito dello studio stesso?
Se la VIA avesse confermato la fattibilità del progetto la ditta avrebbe potuto iniziare la sua attività nella piena legittimità e i comuni avrebbero avuto certezze anche nella gestione del loro territorio, per lo meno.
Se la VIA avesse negato la compatibilità di una cava di queste dimensioni con la zona dove è stata collocata i comuni avrebbero potuto procedere nei propri strumenti urbanistici a pensare a come concepire l'inserimento di questo terreno all'interno della pianificazione urbanistica comunale complessiva.
Non è che il problema sta proprio qui? Per inciso, la VIA può bocciare un progetto. L'ho ribadito anche stamane in Regione. E allora capisco perchè si vede la VIA come il fumo negli occhi.
Non vedo personalmente altra spiegazione.
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