venerdì 15 gennaio 2010

2 nuove cave per Bergamo

Come riportato dal sito dell'Eco di Bergamo oggi

http://www.ecodibergamo.it/stories/Cronaca/111738_cave_a_caravaggio_e_casirate_si_riaccendono_le_polemiche/

la giunta Regionale ha deliberato la reintroduzione di 2 ambiti estrattivi, la cava di Caravaggio e la cava di Casirate, nel piano cave della Provincia di Bergamo.



"Cave a Caravaggio e Casirate: si riaccendono le polemiche
La cava di Caravaggio e la cava di Casirate sono stata reinserite nel piano cave della provincia di Bergamo. Lo ha deciso mercoledì 13 gennaio con due delibere la giunta
regionale. L’esecutivo dichiara di aver agito in
ottemperanza a quanto stabilito da due sentenze del Tar, che davano ragione
ad altrettante imprese edili private che, mesi prima, avevano
presentato ricorso contro lo stralcio sia del sito estrattivo
caravaggino che di quello casiratese deliberato dal consiglio
regionale nella primavera del 2008, considerandolo non
sufficientemente motivato.
La cava di Caravaggio avrebbe avente una potenzialità estrattiva iniziale di circa 3
milioni di metri cubi ma suscettibile di incremento, anche
notevole, fino a circa 6 milioni di metri cubi, individuato a sud
del territorio comunale, in località “Le Volte”, al confine con i
territori dei Comuni di Mozzanica, di Capralba e di Sergnano. I sindaci dei Comuni di Mozzanica e Capralba sono da sempre in prima linea sul
fronte del no alla cava.

Un altro fronte del no, formato da partiti politici, enti ed
associazioni, ha portato oltre 400 persone lo scorso 4
ottobre a Caravaggio per dare vita ad una fiaccolata contro la
cava ideata dal leader dell’UdC di Crema Martino Boschiroli.
In campo per il no anche le diocesi di Crema e di Cremona.

Sulla vicenda interviene il consigliere regionale del Pd Marcello Saponaro secondo il quale la pronuncia dell’assessore Ponzoni che ha deliberato di accogliere la sentenza del Tar che si pronuncia a favore dei cavatori “è un eccesso di zelo del tutto ingannevole in quanto il TAR non chiedeva alla Regione di reinserire gli ATE ma di motivare meglio in Consiglio Regionale le motivazioni dello stralcio.

Più volte ho chiesto a Formigoni di coinvolgere ARPA affinché producesse uno studio approfondito sull’impatto idrogeologico delle cave, il Presidente ha preferito dare ottemperanza, non al TAR ma alle richiede dei cavatori”.

“Il gesto è doppiamente scorretto – attacca il consigliere Saponaro – se si considera che Formigoni non ci ha pensato due volte a impugnare, invece, un’altra sentenza del Tar, quella favorevole agli ambientalisti (WWF, Italia Nostra) che avevano chiesto di stralciare le cave di Pianico, Carobbio degli Angeli, Torre Pallavicina, Boltiere, Antegnate, Ardesio e Onore".
"

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